Adottato il testo base della legge che vuole rendere la gestazione per altri “reato universale”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-04-21

La Commissione Giustizia alla Camera adotta il testo base presentato da Fratelli d’Italia per rendere la gestazione per altri punibile anche se vi si fa ricorso all’estero

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In Italia la gestazione per altri – che viene spesso definita in ambienti di destra con il nome denigratorio “utero in affitto” – è un reato definito nella legge 40 del 2006, che prevede come pena la reclusione da 3 mesi a 2 anni e una multa da 600mila euro a un milione. Una legge presentata da Fratelli d’Italia alla Camera propone di renderlo “reato universale”, andando a punire anche chi dovesse farvi ricorso all’estero e poi portare avanti la gravidanza in Italia. È di Giorgia Meloni il testo base adottato dalla Commissione Giustizia a Montecitorio, come annunciato dalla relatrice Carolina Varchi (Fdi). Nei prossimi giorni verrà fissato il termine per gli emendamenti di modifica al testo.

I dati sulla gestazione per altri in Italia

L’iter di approvazione è lunghissimo, visto che dopo la discussione e la votazione in commissione la legge deve passare al vaglio dell’Aula e poi deve approdare in Senato, ma se dovesse passare così come viene presentato adesso la giustizia italiana potrà processare chi si reca all’estero per concepire un figlio tramite il corpo di un’altra donna. Una pratica alla quale nel 2019 hanno fatto ricorso 3mila persone, secondo la Fondazione PMA. Il Quotidiano Sanità alza questa stima a 4.000. All’interno di questi dati ci sono però anche coppie che vogliono sottoporsi a pratiche consentite nel nostro Paese per le quali però la burocrazia costituisce un freno importante. In Europa i Paesi in cui è possibile chiedere la gestazione per altri sono Olanda, Repubblica Ceca, Ucraina e Romania. In commissione hanno votato a favore Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e parte del gruppo misto.

Le reazioni al voto di Carfagna e dell’Associazione Luca Coscioni

Per la ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna “il voto della Commissione giustizia sul testo base che riconosce come reato universale la maternità surrogata è un passo avanti a tutela della dignità delle donne e dei diritti inderogabili dell’essere umano. A chi dice che questa norma è discriminatoria verso la comunità Lgbt ricordo che la gravidanza non è una merce e i corpi delle donne, come quelli di chiunque altro, non sono oggetti di libero utilizzo”. Filomena Gallo, avvocato e Segretario Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, ritiene che si tratti di “un testo propagandistico per lanciare la campagna elettorale, privo di fondamento giuridico e che mira a punire per il reato di utero surrogato non solo il cittadino italiano, ma chiunque, anche gli stranieri, in tutto il mondo”. “Non fa i conti con il diritto internazionale – ha aggiunto –  è giuridicamente inapplicabile e irragionevole”.

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