Come Salvini ha perso su tutti i fronti la sfida con Fedez

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-05-03

Il tweet preventivo, ancor prima dell’esibizione del rapper dal palco del primo maggio. Poi il post sul “cappellino” con l’accusa di pubblicità occulta, rimosso da Facebook. Infine l’invito a discutere del ddl Zan davanti a un caffè. Fedez ha battuto il leader della Lega con un netto 6-0, 6-0, 6-0

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Il percorso è in linea con la storia della Lega. All’inizio era tutto un “Prima il Veneto”; poi è diventato un “Prima la Padania”, seguito da “Prima il Nord”. Alla fine, per uno scopo meramente elettorale, tutti questi slogan hanno esteso i propri confini arrivando a quel famoso “Prima gli italiani”, motto che ha condizionato e condiziona tutt’ora la dialettica del nuovo Carroccio. Questo metodo, a grandi linee, è stato portato avanti da Matteo Salvini anche nella gestione del “caso Fedez”: prima le accuse preventive, poi l’attacco al “baffo sul cappello” del rapper sul palco del Primo Maggio. Alla fine il tentativo di “pace” come se nulla fosse accaduto e come se le bufale narrate nei confronti del ddl Zan da molti esponenti della Lega non fossero mai state pronunciate.

Come Salvini ha perso su tutti i fronti la sfida con Fedez

Quel che è accaduto sabato sera sul palco del concerto del Primo Maggio è cosa nota, ormai a tutti. Fedez ha letto alcune (neanche tutte) le dichiarazioni fatte da alcuni esponenti (anche ex) del Carroccio sull’omosessualità. Parole intrise di odio omofobo e sottolineate sotto la pioggia della capitale. Un discorso che ha posto l’accento su un tema di stretta attualità: l’esigenza di una norma che inserisca delle aggravanti (a livello di codice penale) per chi si macchia di reati di omotransfobia, misoginia e abilismo. Parole che, ancor prima dell’evento, erano state messe sotto la lente d’ingrandimento dai vertici di RaiTre e dagli organizzatori del Concertone, con tutte le polemiche che ne sono conseguite.

A guidare le fila delle “proteste” è stato Matteo Salvini che ancor prima dell’esibizione aveva parlato di un cantante che avrebbe portato sul palco argomenti che nulla avevano a che vedere con la Festa dei lavoratori. Insomma, il riferimento era proprio Fedez. Un attacco preventivo seguito da un altro post che è ancora presente su Instagram.

 

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Un post condiviso da Matteo Salvini (@matteosalviniofficial)

In origine, però, questa stessa foto (con lo stesso commento) – , come riporta il Corriere della Sera – era stata postata anche su Facebook. Tantissimi i commenti avversi e poi il primo passo indietro: l’immagine è stata cancellata dalla pagina Fb del leader del Carroccio. Ed è così che è iniziata l’inversione di rotta del leghista.

Armiamoci e… partite

Dopo aver armato le frotte di commentatori social, il “Capitano” ha abbandonato la barca. Dapprima accusando la sinistra di essersela “cantata e suonata” perché il tentativo di “censura” a Fedez sarebbe stata portata avanti da un a rete tradizionalmente di sinistra. Insomma, la Lega non avrebbe alcun ruolo in tutta la vicenda. Poi, l’invito a una discussione davanti a un caffè per parlare con serenità del ddl Zan. Ma le mozioni che portano Salvini a contestare il disegno di legge sono fuori luogo e anche Barbara D’Urso, durante la sua intervista andata in onda a Domenica Live, ha sottolineato come molte delle considerazioni fatte dal senatore siano sbagliate.

 

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E per capirlo, forse, non serviva una trasmissione della domenica pomeriggio, visto che il testo del ddl Zan è presente sui canali istituzionali. Ma ben vengano anche le bufale smentite in diretta televisiva.

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