Come Max Bugani nel segreto dell’urna ha scelto Bonaccini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-28

L’ex pietra angolare del M5S in Emilia-Romagna ha votato Bonaccini. E dice che i grillini devono decidere se stare a destra o a sinistra. Nel caso, scindendosi

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Oggi Max Bugani rilascia un’intervista al Fatto Quotidiano in cui parla di presente e futuro del MoVimento 5 Stelle. Ma la notizia più importante che lo riguarda la riporta invece Il Messaggero:

Bugani, racconta chi lo conosce bene, domenica ha votato Stefano Bonaccini come candidato presidente, e non Benini. Non solo non è escluso che, tra rabbia e delusione, abbia lasciato intonsa la parte della scheda dove poter esprimere il voto alla lista.

m5s max bugani

Insomma, un bel colpo di scena per una delle pietre angolari del M5S. Che sul Fatto invece propone di decidere se stare a destra o a sinistra, ovvero proprio quelle due cose che fino all’altroieri secondo i grillini non esistevano:

Raccontano che i vertici si siano irritati con lei: “Primedonne e parole divisive sono quanto di più lontano rispetto a quello di cui c’è bisogno adesso”, hanno detto all’Adnkronos.
Io non rispondo a indiscrezioni. E ho la coscienza a posto.

Ma da dove arriva la sconfitta in Emilia-Romagna?
Nell’ultimo anno e mezzo non si è voluta guardare in faccia la realtà. Ognuno voleva un M5S fatto a sua immagine e somiglianza. Ma il Movimento in realtà è stato un comitato nazionale di cittadini, riunitisi per portare avanti battaglie comuni, dal Reddito di cittadinanza al decreto Dignità fino alla legge anticorruzione e alla lotta ai vitalizi. Esauriti questi temi, oggi il M5S non sa più dove andare.

Sta dicendo che deve evolversi in qualcosa d’altro?
Credo che sia legittimo pensare a un Movimento solo contro tutti, come è altrettanto legittimo volerlo in un’alleanza radicata a sinistra oppure a destra. Nessuno ha mai chiesto agli attivisti dei 5Stelle quale dovesse essere la rotta.

Ora che si fa?
Mi auguro che finiscano gli attacchi reciproci. Siamo persone diverse tra loro, riunite da obiettivi comuni. Il Movimento è stato poesia e speranza, ora è guerriglia e sospetti. Quando Matteo Salvini suona ai citofoni, una parte del M5S ride, l’altra piange. A tenerci assieme sono state le idee.

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