Come il M5S è passato dalla padella a Crimi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-01-22

Tra le molte critiche mosse a Di Maio c’è quella di non essere un leader “capace” e competente. Aspettate di vedere che cosa combinerà il reggente del M5S che lo sostituirà

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A quattro giorni dalle regionali in Emilia-Romagna e Calabria Luigi Di Maio ha deciso di non voler più essere il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle. In attesa che il partito decida come e chi votare come nuovo leader ad assumere la leadership del partito è in mano al membro anziano del comitato di garanzia: il viceministro dell’Interno Vito Crimi.

Vito Crimi e i complotti svelati

Pentastellato della prima ora, alla sua seconda legislatura come Di Maio e tanti altri “big” del M5S durante il Governo Conte 1 Crimi era il sottosegretario all’Editoria di Palazzo Chigi. Un ruolo importante dal quale il reggente del M5S non ha mancato di regalarci delle bellissime figure da pentastellato onesto. Come ad esempio l’aver speso 45mila euro (di soldi pubblici) per tre sondaggi al fine di conoscere il livello di gradimento della sua figura presso l’opinione pubblica e quello del governo. Oppure il non essersi accorto che il World Congress of Families stava utilizzando il logo della Presidenza del Consiglio senza autorizzazione se non dopo che della cosa avevano iniziato a parlare i giornali.

vito crimi di maio m5s capo politico - 2
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Il capolavoro politico di Crimi è senza dubbio quello di essersi fatto eleggere per ben due volte. Non c’è da stupirsi né da indignarsi, perché il leader temporaneo del M5S incarna alla perfezione lo spirito dei tempi a cinque stelle. Sia quello del passato, quando il MoVimento era un magmatico brodo primordiale, si quello attuale delle grisaglie e delle poltrone. La carriera di Crimi iniziò, come quella di tanti altri suoi colleghi, con la scoperta di un complotto. Nel caso del viceministro si trattò del famoso complotto dei piedini sporchi (chi sparge la polvere che sporca i piedini dei bambini?). Un post ridicolo sul quale Crimi si giustificò dicendo che era tutta colpa dei giornali (ovvio).  In un’altra occasione il sottosegretario si occupo del trasporto su rotaia. Non della TAV ma di due tram. Cosa ci facevano due tram uno di fronte all’altro? La risposta: erano in coda (quindi erano uno dietro l’altro), ma per Crimi i due mezzi stavano per scontrarsi. C’è poi da appurare l’esistenza (ed eventualmente chi ne sia a capo) della lobby dei grafici che falsa i sondaggi.

Le grandi scoperte politiche di Vito Crimi

Crimi si è occupato anche di politica e dopo anni passati a bazzicare le aule e le commissioni parlamentari ha finalmente scoperto come funzionano le istituzioni. Nel 2013, quando Bersani non riusciva a formare un governo anche a causa del rifiuto del MoVimento infatti sosteneva che il Parlamento potesse legiferare anche senza una maggioranza e senza un governo in carica denunciando pubblicamente la “bufala dell’ingovernabilità” e spiegando che si potevano approvare le leggi anche senza un governo in carica. Cinque anni dopo, durante le trattative tra M5S e Lega sul Contratto di Governo da Presidente della Commissione Speciale del Senato, Crimi fece la terribile scoperta: le cose stanno diversamente e quindi non si poteva governare senza un governo.

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Ma non è l’unica cosa che Crimi ha scoperto durante il suo viaggio parlamentare (a spese nostre). Sempre nel 2013 durante lo spoglio delle politiche sosteneva che «non esistono alleanze» ma che il M5S avrebbe votato le idee e buone e che non credeva che senza il M5S non si sarebbe formato un governo visto che «chi vince ha la maggioranza relativa comunque ha la maggioranza sia alla Camera e molto probabilmente anche al Senato».

I fatti hanno raccontato una storia diversa. Il M5S sarebbe stato determinante per la formazione di un governo. E Vito Crimi, storico primo capogruppo al Senato di lì a qualche giorno avrebbe preso parte al famoso incontro in streaming con Beppe Grillo e Roberta Lombardi dove venne ribadita la linea del no alleanze. Cinque anni dopo il M5S si alleò con la Lega e dopo quattordici mesi si alleò con il PD che fu di Bersani. Che viaggio fantastico. Ora che il capo è lui chissà se ricorderà di quello che scriveva una decina di giorni fa su Facebook: «essere un “capo” non è facile. Ed esserlo nel MoVimento 5 Stelle è ancora più difficile, perché mentre altrove si perdonano le peggiori condotte ed azioni (anzi, fanno curriculum), nel Movimento siamo condannati a dover essere perfetti». Vito Crimi: la condanna della perfezione. E la sua storia politica è lì davanti a tutti noi a dimostrare che nel M5S solo la perfezione fa curriculum.

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