Come i giornalisti intervistano Salvini

di dipocheparole

Pubblicato il 2019-08-03

Durante la conferenza stampa in cui Matteo Salvini ha insultato Valerio Di Muzio per non rispondere alle sue domande si sentivano in sottofondo risatine e applausi. Quando il ministro dell’Interno ha chiesto se ci fossero altre domande c’è chi si è prontamente proposto per aiutare il vicepremier a cambiare discorso, mentre normalità avrebbe voluto che …

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Durante la conferenza stampa in cui Matteo Salvini ha insultato Valerio Di Muzio per non rispondere alle sue domande si sentivano in sottofondo risatine e applausi. Quando il ministro dell’Interno ha chiesto se ci fossero altre domande c’è chi si è prontamente proposto per aiutare il vicepremier a cambiare discorso, mentre normalità avrebbe voluto che le domande a Salvini venissero riproposte anche dagli altri come si fa di solito nei paesi in cui la stampa conta qualcosa (e proprio per questo conta qualcosa) invece che niente. Ma siccome al peggio non c’è mai fine, ecco come i giornalisti hanno chiesto conto a Salvini della “zingaraccia” in due diverse interviste. La prima è a firma di Marco Cremonesi per il Corriere della Sera e si noti che l’epiteto razzista e gli insulti al videomaker vengono ridefiniti in un “tono troppo alto”:

Ma lei non teme mai di usare toni troppo alti? Dall’uso della parola «zingaraccia» alle accuse al videomaker che ha filmato suo figlio sulla moto della polizia. E ha pure parlato di ricatto da parte dei tedeschi.
«Non so, veda lei. La verità è che noi abbiamo dovuto organizzarci da soli, i numeri parlano chiaro. Poi, mi arrivano lettere come quella dell’Ue che mi dicono che prendono alcuni immigrati solo se ne faccio sbarcare altri. Il risultato, però, è che ci sono ministri intellettualmente onesti in Europa  che mi dicono che la nostra politica difende tutta l’Unione».

inginocchiatoio

Si noti che nella circostanza Cremonesi fa una domanda e Salvini risponda su tutt’altro, senza mai nominare quelli che vengono citati dal giornalista. E il giornalista invece di riproporgliela abbocca e cambia argomento con il ministro (la domanda successiva è: “Perché lei impedisce gli sbarchi di immigrati che in caso contrario arriverebbero in Europa?”. Ma siccome una rondine non fa primavera, ecco che La Stampa, testata che ha la stessa proprietà di Repubblica, nell’intervista di Alberto Mattioli (che almeno insiste sul punto anche se dice che Salvini “ha esagerato”, non che ha insultato e pronunciato parole razziste):

Fra la «zingaraccia» e la rissa verbale con il videomaker non le sembra di aver esagerato?
«Io bado alla sostanza e non alla forma».

Ma lei è un ministro della Repubblica, non l’uomo della strada.
«Già, ma nessun politico o giornalista dice mai che questo ministro ha ricevuto più di duecento minacce di morte. Quanto alla signora che si augura la mia scomparsa, pare che abbia numerosi precedenti».

Insomma, niente scuse.
«Macché. Mi assumo completamente la responsabilità delle mie parole».

Ora, siccome tutto questo bailamme prima o poi passerà, oh se passeràanche perché Salvini lo usa per cambiare discorso quando è in difficoltà – sarà necessario poi ricordarsi di come è stato trattato Salvini dalla stampa italiana.

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