Il Reddito di Cittadinanza è così ma se salite su un campanile ve lo cambiamo subito

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-24

Il governo del Cambiamento va dove lo porta il vento dei sondaggi e delle opinioni dei cittadini. Quindi prima vara il decreto sul Reddito di Cittadinanza, poi quando alcuni cittadini iniziano a protestare dice che lo cambierà per venire incontro alle loro richieste. Ma non era più semplice scrivere bene la legge prima e poi farla rispettare?

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Dopo quattro giorni è finita la protesta dei due ex operai dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco che sabato scorso sono saliti sulle impalcature del campanile della chiesa del Carmine di Napoli per contestare le modalità di accesso al reddito di cittadinanza che li avevano esclusi dalla misura di sostegno al reddito. A far cambiare idea a Mimmo Mignano e Marco Cusano una telefonata del presidente dell’Inps Pasquale Tridico che ha rassicurato che a maggio sarà emanato il decreto ministeriale per l’Isee precompilato.

Il pasticcio dell’Isee precompilato

I due ex operai della FCA erano stati licenziati nel 2014 assieme ad altri tre colleghi dopo aver esposto ed impiccato un manichino con le sembianze dell’allora Ad dell’azienda Sergio Marchionne. La protesta era stata inscenata dopo che una cassintegrata dello stabilimento di Pomigliano si era tolta la vita. Tra il 2016 e il 2018 i cinque ex operai avevano continuato a percepire lo stipendio in virtù della sentenza di appello che ne aveva disposto il reintegro sul posto di lavoro (ma l’azienda non li ha mai fatti rientrare in fabbrica). Nel giugno del 2018 la Cassazione aveva però dato definitivamente ragione a FCA annullando la sentenza di secondo grado e obbligandoli a restituire all’azienda i salari. Proprio Mignano in occasione della sentenza di Cassazione era stato protagonista di una protesta sotto la casa di famiglia di Di Maio quando si era cosparso di benzina minacciando di darsi fuoco. Per tutta risposta Di Maio si “catapultò” a Nola per incontrare gli operai e fare la figura del salvatore.

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Marco Cusano durante la protesta per il Reddito di Cittadinanza

Questa volta Mignano è salito fino ai 75 metri d’altezza del campanile, chiedendo un incontro con il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Di Maio. Incontro che non c’è stato, evidentemente Di Maio aveva altre questioni da risolvere. Il problema è che il reddito percepito tra il 2016 e il 2018 (e che ora gli operai licenziati dovranno restituire) ha impedito loro di presentare la domanda per il Reddito di Cittadinanza. I criteri per ottenere il sussidio prevedono infatti – tra le altre cose – una dichiarazione ISEE fino ad un massimo di 9.360 euro. Il problema è che il legislatore – ovvero il governo Conte – non ha affrontato subito la questione del modulo ISEE che “fotografa” solo i redditi del 2017 e non quelli del 2018. Da qui la protesta degli operai che per il 2017 hanno “sforato” il tetto che consente di accedere al Reddito di Cittadinanza ma che nel 2018 invece hanno percepito un reddito che consentirebbe loro di ottenere il sussidio.

Se sali su un campanile per protestare contro il Reddito di Cittadinanza l’Inps accoglie la tua domanda

Ecco quindi che dopo la protesta il presidente dell’Inps Pasquale Tridico annuncia che con i decreti ministeriali attuativi cambieranno le modalità di accesso al RdC. La novità principale è l’introduzione dell’Isee precompilato, con il quale vale il reddito attuale, che potrebbe essere emesso a maggio. In realtà l’introduzione dell’Isee precompilato era già stata prevista dal governo, ma a partire da settembre e anche se risolvesse la situazione dei due operai ex FCA potrebbe creare problemi ad altri. Ovvero a tutti coloro che hanno visto approvata la propria richiesta di RdC e che potrebbero vedersi ricalcolato (o addirittura tolto) il sussidio a coloro che hanno registrato una variazione significativa del reddito dal 2017 al 2018.

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«A maggio sarà emanato un decreto ministeriale che introduce l’Isee precompilato per la domanda del reddito di cittadinanza, e con il quale vale il reddito attuale. Così si risolverà la situazione di tutti coloro i quali si trovano in una situazione di attuale difficoltà economica» ha dichiarato Tridico. Una dichiarazione ambigua che lascia quasi intendere che chi in queste settimane sta ricevendo il Reddito di Cittadinanza potrebbe non trovarsi in una di “attuale difficoltà economica”. Il presidente del’Inps ha anche chiesto ai due operai «di scendere dal campanile e di presentare la domanda per il reddito di cittadinanza, che sarà valutata al netto degli stipendi che devono restituire alla Fiat dopo la sentenza di Corte di Cassazione. Se tutti i criteri corrispondono, l’Inps accetterà la loro domanda manualmente, facendo un’eccezione».

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Pasquale Tridico

Ovvero una deroga ad personam che però lascia “scoperti” i tanti disoccupati licenziati che invece rimangono esclusi dal Reddito di Cittadinanza. Eppure proprio Mignano e Cusano avevano fatto sapere di non chiedere «una deroga ad personam ma una revisione delle norme sul reddito di cittadinanza che riguardi tutti coloro che hanno perso il lavoro negli ultimi mesi». Chissà quindi se l’Inps farà un’eccezione anche per tutte le migliaia di lavoratori che hanno cause pendenti e proprio per questo motivo sono impossibilitati ad accedere al Reddito di Cittadinanza. La vera domanda è un’altra: perché il governo non ha pensato subitoa risolvere la questione dell’Isee e dei licenziati disoccupati prima di emanare il decreto sul Reddito di Cittadinanza?

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