Come donne e giovani hanno perso il lavoro con il blocco dei licenziamenti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-28

In Italia il blocco dei licenziamenti ha portato donne e giovani a perdere il lavoro. Come è potuto accadere? Ecco la spiegazione

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Dall’inzio dell’emergenza sanitaria in Italia ci sono 330 mila donne occupate in meno e altri 330 mila giovani (e giovani adulti fino a 34 anni) senza lavoro in più. Mentre l’occupazione tra i cittadini sopra i cinquant’anni è in crescita nonostante la discesa del dato complessivo.

Come mostra il grafico in pagina, elaborato dal «Corriere» da dati Istat sugli occupati, mentre il fatturato registrava il collasso più drammatico della storia repubblicana il numero di lavoratori di 50 anni e oltre in Italia è persino salito (più 0,33%). Oggi in Italia ci sono circa trentamila occupati dai capelli bianchi in più rispetto al giorno in cui il paziente uno a Codogno ha contratto il virus. Nel frattempo l’attività economica si sta riducendo di oltre 150 miliardi di euro, mentre ci sono 330mila donne e 330 mila giovani (fino a 34 anni) occupati in meno. L’occupazione fra i cittadini più senior sale senz’altro anche perché il vincolo della pensione a 67 anni (Legge Fornero) tiene più persone al lavoro. Intanto l’occupazione complessiva scende e quella delle donne cala molto più di quella degli uomini: meno 1,99% sugli occupati maschi, meno 3,36% sulle occupate donne; la penalizzazione relativa delle lavoratrici in questa recessione è molto più evidente in Italia rispetto agli Stati Uniti, dove le donne hanno perso il posto solo poco di più rispetto agli uomini.

blocco licenziamenti donne giovani
Variazione dell’occupazione (numero degli occupati)
da febbraio a giugno 2020 in Italia

Sempre in Italia poi l’occupazione dei giovani e giovanissimi scende molto di più. Il crollo percentuale degli occupati fra i giovanissimi americani è il doppio rispetto alle medie nazionali, in Italia invece è il quintuplo (meno -12,5% d i occupati fino a 24 anni fra febbraio e giugno). Com’è potuto succedere che il costo della crisi in Italia sia stato distribuito in modo così squilibrato?

Senz’altro il blocco dei licenziamenti ha protetto finora soprattutto chi ha un contratto a tempo indeterminato, facendo sì che il taglio dei costi si facesse evitando di rinnovare i contratti precari molto diffusi fra i più giovani. Andrea Garnero , economista del lavoro all’Ocse di Parigi, sottolinea che un effetto simile – probabilmente anche più importante del blocco dei licenziamenti – deve averlo avuto la cassa integrazione: anch’essa permette di mantenere occupati dipendenti con contratti più solidi e spesso un po’ più avanti con gli anni, scaricando i risparmi sui precari in scadenza.

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