Come difendere il clima può creare più lavoro

di Mario Neri

Pubblicato il 2019-06-23

Maurizio Molinari sulla Stampa di oggi parla di Dani Rodrick, docente di Economia politica alla Kennedy School dell’Università di Harvard, autore del volume “Straight Talk on Trade: Ideas for a Sane World Economy” (Parlare chiaro sul commercio: idee per un’economia mondiale sana) nel quale sostiene la necessità di politiche industriali capaci di creare “good jobs” ovvero …

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Maurizio Molinari sulla Stampa di oggi parla di Dani Rodrick, docente di Economia politica alla Kennedy School dell’Università di Harvard, autore del volume “Straight Talk on Trade: Ideas for a Sane World Economy” (Parlare chiaro sul commercio: idee per un’economia mondiale sana) nel quale sostiene la necessità di politiche industriali capaci di creare “good jobs” ovvero lavori con un impatto sociale positivo per la collettività.

Rodrick, in un suo recente scritto, ha fatto riferimento proprio all’Ue per indicare un esempio di potenziali “good jobs” perché il regolamento approvato dalla Commissione Ue che impone agli Stati membri di “assicurare le buone condizioni ecologiche dei corsi d’acqua entro il 2027” pone le condizioni per investimenti e lavoro nel settore dell’”acqua pulita” che gode di vasto sostegno popolare nonostante l’opposizione di alcuni singoli, e molto determinati, gruppi di interesse. Risanare fiumi, laghi e coste marine è uno degli esempi possibili di investimenti “socialmente positivi” potenzialmente capaci di creare un’atmosfera di riscatto rispetto alle diseguaglianze.

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I sondaggi sui Verdi in Germania (Corriere della Sera, 9 giugno 2019)

Come potrebbero essere anche piani di intervento per ripristinare la cura del verde pubblico o per riqualificare con le nuove tecnologie i lavoratori espulsi dal mercato. Ad affrontare lo scenario dei “good jobs” è anche uno studio della Brookings Institution di Washington, che propone di aggredire con forza le diseguaglianze su più fronti: dalla riqualificazione professionale alla mobilità verso le regioni più arretrate all’uso del fisco per favorire investimenti nelle nuove tecnologie, la formazione dei più giovani e il reinserimento di chi viene espulso dal lavoro. La questione dei “good jobs” si presenta cruciale nel riscatto dalle diseguaglianze perché trattandosi non solo di uno stato economico ma anche emotivo di tipo negativo, la reazione può passare attraverso investimenti – pubblici o privati – che creano opportunità di lavoro in ambienti segnati da forte consenso sociale.

La difesa del clima e il recupero degli spazi verdi potrebbe essere l’obiettivo politico dei Verdi al Parlamento Europeo. Una nuova partita da giocare sul terreno dell’occupazione, dove i sovranisti sono in grande difficoltà visto che fino a qualche tempo fa negavano il cambiamento climatico. Non male, no?

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