Come cambiano le scadenze del fisco con il Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-09

Il Sole 24 Ore oggi riepiloga come cambiano le scadenze del fisco con l’emergenza Coronavirus partendo dal fatto che nonostante il posticipo dell’invio delle certificazioni uniche al 31 marzo, l’obbligo dei versamenti resta intatto

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Il Sole 24 Ore oggi riepiloga come cambiano le scadenze del fisco con l’emergenza Coronavirus partendo dal fatto che nonostante il posticipo dell’invio delle certificazioni uniche al 31 marzo, l’obbligo dei versamenti resta intatto.

A partire dall’appuntamento con la liquidazione dell’Iva annuale di lunedì 16 marzo (rinviabile o rateizzabile, ma con maggiorazioni) e da quello con i tradizionali F24 del 16 mese (ritenute, Iva mensile, contributi). Gettando lo sguardo fino agli acconti, si vede quanto sia alta la posta in gioco. Sia per i contribuenti chiamati a versare imposte e contributi, nonostante il calo di clienti, incarichi, appalti e giro d’affari. Sia per lo Stato in attesa degli incassi.

Le cifre possono essere ricostruite partendo dalle entrate tributarie registrate mensilmente dalle Finanze nel 2019. In ballo ci sono circa 49,6 miliardi di Irpef e 20,3 di Ires (tra saldo 2019, acconto 2020 e ritenute mensili – del solo settore privato – da marzo a luglio). Ai quali si aggiungono circa 43,7 miliardi di Iva e 10,1 di nuova Imu, da versare il 16 giugno prendendo come riferimento le delibere di Imu e Tasi dell’anno scorso. Un flusso di entrate che, nel complesso, rappresenta quasi un terzo del gettito annuo totale di queste quattro imposte (Irpef, Ires, Iva e Imu).

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Come cambiano le scadenze del fisco con il Coronavirus (Il Sole 24 Ore, 9 marzo 2020)

A sfruttare il previsionale potranno essere anche gli autonomi titolari di partita Iva e gli imprenditori individuali, pensiamo ad esempio ai titolari dei negozi rimasti vuoti in queste settimane, ai taxisti, ai baristi, a chi opera nel catering, negli eventi e così via. Ma la stessa chance potrà essere usata anche dai privati che affittano case sui portali online e sono stati investiti da una pioggia di disdette. Anche se – nel caso la situazione sanitaria ed economica non migliorasse in tempi ragionevoli – i problemi potrebbero essere ben altri (e ben più urgenti) dell’applicazione del calcolo previsionale agli acconti del 3o giugno.

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Le scadenze del fisco a marzo (Il Sole 24 Ore, 9 marzo 2020)

Tra i soggetti maggiormente in difficoltà potrebbero esserci quanti hanno aderito alle diverse versioni della pace fiscale, dalla rottamazione-ter al saldo e 10,1 miliardi È l’ammontare dell’acconto della “nuova Imu”, che dovrà essere versato entro il 16 giugno.

L’imposta da pagare, per l’acconto, sarà ancora pari alla metà di quanto dovuto per il 2019; si terrà conto delle nuove aliquote solo al saldo e stralcio delle cartelle esattoriali. Proprio questi ultimi due istituti, tra l’altro, non ammettono eccezioni: chi salta una rata, decade da tutto il piano di abbattimento sanzionatorio. Le date da cerchiare in rosso sono due: i131 marzo scade la seconda rata del saldo e stralcio, il 1° giugno la quarta rata della rottamazione-ter; sono questi, infatti, i primi appuntamenti da “dentro o fuori”. Anche se, va ricordato, lunedì 1° giugno scadono anche diversi altri versamenti legati alla pace fiscale: la chiusura agevolata delle liti con il Fisco, la definizione dei Pvc e le rate per i ripescati delle vecchie rottamazioni.

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