La clausola antifascista per i buoni spesa a Parma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-04

Nel form da compilare per ottenere i fondi stanziati dal governo a sostegno delle persone in difficoltà economica bisogna infatti dichiarare – tra le varie cose – di “ripudiare il fascismo”, “di non professare e fare propaganda di ideologie xenofobe, razziste, sessiste” e “di non compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista e/o nazista, anche attraverso l’utilizzo di simbologie o gestualità a essi chiaramente riferiti”

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A Parma c’è la “clausola antifascista” nel modulo per i buoni spesa sul sito del Comune. Nel form da compilare per ottenere i fondi stanziati dal governo a sostegno delle persone in difficoltà economica bisogna infatti dichiarare – tra le varie cose – di “ripudiare il fascismo”, “di non professare e fare propaganda di ideologie xenofobe, razziste, sessiste” e “di non compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista e/o nazista, anche attraverso l’utilizzo di simbologie o gestualità a essi chiaramente riferiti”. Spiega il Fatto oggi:

A sollevare il caso sono stati gli esponenti locali di Fratelli d’Italia e di CasaPound Italia. Fonti dell’amministrazione comunale guidata da Federico Pizzarotti (in foto)liquidano così le polemiche: “Si tratta di un regolamento unico che riguarda la concessione dei patrocini, i contributi e l’utilizzo delle sale civiche del Comune di Parma. Un regolamento ampio, fatto di diversi articoli, tra cui uno in cui si richiede di ripudiare ideologie naziste e xenofobe e di riconoscersi nella Costituzione. È un regolamento, quindi, che non riguarda questo caso specifico.”Immancabile la reazione di Giorgia Meloni: “È una pagliacciata – sostiene indignata il segretario di FdI– chi non firma il modulo antifascista muore di fame, i mafiosi mangiano”.

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Silenzio, invece, da parte della destra-destra, nei confronti del sindaco di Ferrara e del suo “prima gli italiani” (e gli europei) nei buoni spesa: la giunta leghista ha infatti decretato come requisito l’avere la cittadinanza italiana o di uno stato UE oppure di un permesso di soggiorno di lungo periodo o ancora la carta di soggiorno per familiare, comunitario o extracomunitario, o di cittadino dell’Unione Europea.

Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti con un post su Facebook precisa che la norma antifascista è stata inserita per errore nel modulo per la richiesta dei buoni spesa e verrà rimossa:

 

norma antifascista buoni spesa parma come stanno le cose

In merito ai BONUS SPESA,

è stato ERRONEAMENTE inserito parte di un regolamento che vale per la richiesta di sale civiche, patrocini e contributi per attività ed eventi. In questa parte c’è scritto che se professi xenofobia, razzismo e nazismo non puoi beneficiare di sale civiche, contributi o patrocini dal Comune di Parma. Da noi è così e rimarrà così.

Ma NON vale per i bonus spesa, si correggerà l’errore, grazie a chi lo ha fatto notare con gentilezza.

NON sarebbe stato comunque vero che i bonus spesa vengono negati a chi non si affermi antifascista: il Primato Nazionale e la signora Meloni sono notori dispensatori di bufale (l’ultima di Meloni l’abbiamo vista girare la settimana scorsa, quel servizio del tg3 sull’origine del virus, ovviamente una bufala).

Parmigiani, chi ha bisogno chieda di accedere ai bonus spesa: a Parma NESSUNO viene lasciato indietro.

Chiudo: ai seguaci del Primato Nazionale e della signora Meloni che da ieri mi scrivono “DEVI MORIRE” “infame” “merda” “schifoso” “w il duce” “w i camerati” “verme” “bastardo” e altre bestialità: se foste di Parma e aveste bisogno di accedere al servizio, accedereste nonostante tutto il vostro odio represso contro l’altro. Parma è fatta così.

Leggi anche: A Ferrara «prima gli italiani» per i buoni spesa

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