Claudio Borghi e il crollo di MPS in Borsa

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-05-18

La banca crolla in Borsa per le parole sul suo destino contenute nell’accordo tra grillini e leghisti. E per l’intervista rilasciata dal deputato del Carroccio in cui pronostica il cambio dell’a.d.

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Stamattina il titolo del Monte dei Paschi di Siena è stato sospeso in apertura della Borsa; poi le azioni sono entrate in negoziazione e ora segnano un ribasso dell’1,2% a 2,88 euro, dopo aver toccato anche un minimo a 2,84 euro, corrispondente al -2%. Ieri la perdita si è fermata al 9%. Cosa è successo?

Il crollo di MPS per il contratto Lega-M5S

Tutta “colpa” del contratto Lega-M5S, dove è previsto che lo Stato non esca dal capitale di Mps e «che provveda alla ridefinizione della mission e degli obiettivi dell’istituto di credito in un’ottica di servizio». Poche parole che però sono bastate per innescare il panico sui mercati, ampliato dall’intervista a Reuters rilasciata dal deputato della Lega Claudio Borghi, il quale ha precisato che «ottica di servizio significa che tutte le sedi di MPS nelle valli che erano molto utili per l’economia della popolazione toscana, e che in un’ottica di puro e crudo profitto è stato previsto di chiudere, verranno tenute per far sì che la banca faccia un servizio ai cittadini». La chiusura delle filiali, ricorda oggi Il Sole 24 Ore, “rientra nel piano concordato con la Ue che, in cambio della concessione alla ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato nell’ambito del burden sharing, ha imposto una serie di paletti all’operatività. Qualunque cambiamento dovrà essere negoziato con Bruxelles – nella lunga lista del contenzioso che pare destinato aprirsi tra Italia e Ue – ed è probabilmente questo uno dei dossier finanziari considerati più urgenti da Lega e M5S“.

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La sede del Monte dei Paschi di Siena

Borghi ha anche preconizzato un “naturale” cambio al vertice di Rocca Salimbeni, con la defenestrazione dell’amministratore delegato Marco Morelli, scelto in quella carica dal ministero dell’Economia del governo del Partito Democratico: un’opinione ribadita oggi in un’intervista alla Stampa e in effetti che non fa una grinza visto che è più che normale che un nuovo esecutivo decida di rinnovare una carica come quella dell’amministratore delegato di un’azienda di cui è azionista. Un po’ irrituale però è che la si annunci sui giornali invece di farla non appena arriva l’occasione.

Claudio Borghi e il Monte dei Paschi di Siena

Oggi lo Stato ha dunque una quota del 68% dell’istituto di Siena, che secondo il piano avrebbe dovuto cedere nei prossimi anni. Fa quindi sorridere che il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi auspichi su Facebook che “la brutta politica esca dalle banche” visto che è stata proprio la gestione dissennata di quella “brutta politica” proveniente dalla stessa parte da cui proviene Rossi a ridurre la banca nelle condizioni attuali.

claudio borghi monte dei paschi di siena

Ha invece ragione il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ha affrontato e battuto proprio Claudio Borghi nel collegio uninominale di Siena, a far notare che «la fiducia si costruisce poco per volta, progressivamente, ma basta poco per distruggerla, tirandosi dietro i risparmi degli italiani che a parole si vorrebbero tutelare». Se davvero M5S e Lega hanno le idee così chiare sul Monte, parlare non serve a niente. Conviene agire e vedere che succede a Siena e a Bruxelles.

Leggi sull’argomento: Quanto ci è costato lo scherzetto della bozza di contratto Lega-M5S

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