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Claudio Borghi e il crollo dell’euro
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-10-02
L’euro scivola a 1,15 dollari. A pesare, secondo l’agenzia Bloomberg, le parole del presidente della Commissione bilancio della Camera
L’euro scivola a 1,15 dollari, inanellando la quinta seduta consecutiva in ribasso e portandosi sui minimi da fine agosto. Aveva aperto sui mercati europei a 1,1579. A pesare, secondo l’agenzia Bloomberg, le parole del presidente della Commissione bilancio della Camera, Claudio Borghi. L’agenzia riporta una dichiarazione di Borghi a Radio Anch’io: “sono più che convinto che l’Italia, con una sua moneta, sarebbe in grado di risolvere i suoi problemi”.
Claudio Borghi e il crollo dell’euro
La frase di Borghi, però, come dice lui stesso su Twitter, è perlomeno incompleta, visto che manca la seconda parte: “Però la cosa non è nel contratto di governo”. Lo stesso Borghi era finito in una polemica simile il 22 giugno scorso, dopo un’intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui era presente più o meno la stessa frase.
Secondo gli analisti di Unicredit, citati oggi da RADIOCOR, il quadro per l’euro/dollaro resta incerto nel breve termine. Gli sviluppi politici in Italia sono ancora al centro dell’attenzione e probabilmente continueranno ad essere il driver principale per l’euro da qui in poi. Tuttavia, il contagio limitato sull’obbligazionario fa pensare che le tensioni siano ancora percepite come locali. ‘Il comportamento del mercato – affermano gli esperti – suggerisce che gli sviluppi italiani possano far ‘rumore’ sulla moneta unica, ma non sono considerati abbastanza gravi da innescare forte vendite verso livelli inferiori ai minimi verso 1,13 toccati in agosto’. Questi livelli rappresentano la principale linea di supporto la cui rottura completa potrebbe innescare un trend al ribasso più pronunciato.
Salvini vuole chiedere i danni all’UE per lo spread
“Il fatto di avere il controllo sui propri mezzi di politica monetaria è condizione necessaria – ma non sufficiente – per realizzare l’ambizioso ed enorme programma di risanamento. Ma per fare questo passo ci vuole accordo e consapevolezza da parte dei cittadini. Avessimo voluto andare oggettivamente allo scontro con l’Unione europea per arrivare a questo risultato, avremmo dichiarato il 3,1 per cento come deficit, non il 2,4. In realtà noi semplicemente vogliamo fare le politiche che in questo momento sono il minimo indispensabile per permettere alla nostra economia di stare un po’ meglio”, ha comunque aggiunto Borghi durante la trasmissione.
Intanto il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini in una nota scrive: “Le parole e le minacce di Juncker e di altri burocrati europei continuano a far salire lo spread, con l’obiettivo di attaccare il governo e l’economia italiane? Siamo pronti a chiedere i danni a chi vuole il male dell’Italia”.