L’ideona del ministro Centinaio contro le cimici asiatiche

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-22

Il ministero per le politiche agricole e forestali ha autorizzato l’inizio di uno studio per valutare la possibilità di utilizzare la vespa samurai per combattere l’invasione delle cimici cinesi. Ma l’introduzione di una specie alloctona rappresenta sempre un rischio, anche quando sembra una soluzione provvidenziale

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Puntuali come ogni autunno è iniziata l’invasione della Halyomorpha halys detta anche cimice marmorata (o cimice bruna o cimice cinese). Fastidiose e moleste per chi vive in città sono una vera iattura per chi lavora nelle campagne. Le cimici asiatiche sono innocue per l’uomo e per gli animali (così come le cimici verdi nostrane) ma essendo molto più prolifiche della “versione” europea rappresentano un vero e proprio incubo per gli agricoltori, in particolar modo nei frutteti dove è in grado di provocare ingenti danni.

Cos’è la vespa samurai

La cimice cinesi infatti è molto prolifica: riesce a deporre le uova almeno due volte all’anno, uova che una volta schiuse daranno alla luce anche 300-400 esemplari alla volta. La cimice marmorata è originaria dell’Asia orientale ed è stata rilevata per la prima volta in Europa nel 2004. I primi avvistamenti in Italia risalgono al 2012 quando i primi esemplari furono osservati in provincia di Modena. Dall’Emilia Romagna (dove pare le cimici siano arrivate come “clandestine” grazie agli scambi commerciali tra Italia e Cina) gli insetti si sono diffusi in gran parte del Nord Italia e sono arrivati fino a Roma. Il problema è che al momento tutti i trattamenti con pesticidi non sembrano essere efficaci nel contenerne la diffusione. Ecco quindi che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaft) retto dal leghista Gian Marco Centinao ha autorizzato il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) ad introdurre in condizione di quarantena e per sole motivi di studio un insetto antagonista della cimice, la vespa Samurai (Trissolcus japonicus).

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Un esemplare di vespa samurai fotografato da Elijah J. Talamas Fonte

Ad annunciarlo è stato giovedì 18 ottobre il ministro per le politiche agricole Centinaio durante un question time al Senato sulla proliferazione incontrollata della cimice asiatica ai danni delle colture del Nord Est. La vespa Samurai (o samurai wasp) è considerata l’antagonista naturale della cimice marmorata dal momento che è un parassitoide delle uova di cimice marmorata. In buona sostanza la vespa depone le sue uova all’interno di quelle della cimice, bloccando lo sviluppo e impedendone così la proliferazione. Negli Stati Uniti dove le cimici asiatiche sono arrivate durante gli anni Novanta Il Dipartimento dell’agricoltura (USDA) ha iniziato a partire dal 2015 alcune sperimentazioni per valutare la reale capacità della vespa samurai di limitare la diffusione delle cimici.

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Un esemplare di vespa samurai fotografato da Elijah J. Talamas Fonte

Insomma la vespa samurai sembrerebbe lo strumento ideale per contrastare l’avanzata delle cimici brune ma prima, ha sottolineato il ministro, “è necessario risolvere le problematiche legate al divieto di introduzione in natura di specie non autoctone“. La principale incognita infatti non è tanto se la samurai wasp riuscirà a decimare la popolazione di cimici ma cosa comporterà la sua introduzione all’interno dell’ecosistema italiano (ed europeo).

Cimici asiatiche: perché la vespa samurai potrebbe rappresentare un problema

Così come la cimice cinese anche la vespa samurai è una specie alloctona. Questo significa che non sappiamo quali conseguenze può avere la sua introduzione nel nostro Paese. Si sa che questa piccola vespa (è lunga circa 2 millimetri) è innocua per l’uomo (non ha il pungiglione) ma questo non basta. Anche la cimice marmorata è innocua per gli esseri umani eppure rappresenta un serio problema per l’ambiente che ci circonda. Generalmente introdurre una seconda specie alloctona per “predare” un invasore non sempre si rivela essere una buona idea. Il rischio infatti è che una volta introdotti nel nuovo ambiente diverso da quello nativo i parassitoidi potrebbero adattarsi a predare anche specie autoctone.

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Il ciclo vitale della vespa samurai [Fonte]

Insomma le cimici marmorate in Asia sono la preda prediletta delle vespe samurai ma non è affatto scontato che le vespe samurai non finiscano per occupare le nicchie ecologiche di altre specie, magari aiutate dal fatto di non avere predatori naturali. Ci sono decine di esempi riguardanti l’introduzione di specie antagoniste per contrastare la diffusione di una specie “infestante”. E in molti casi a farne le spese sono state le specie autoctone a farne le spese. In altri casi le specie alloctone sono diventate a loro volta infestanti e impossibili da eradicare. Ad esempio è la situazione dell’introduzione della cozza zebrata che è stata introdotta in alcuni specchi d’acqua italiani perché doveva essere utilizzata come “filtro” eco-sostenibile per ripulire dall’inquinamento laghi e depuratori. Risultato: si è scoperto che la cozza originaria del Mar Caspio ha una incredibile capacità di incrostare ogni sorta di superficie sommersa, intasando tubi e di occludendo griglie e di conseguenza provocando danni economici (qualcuno dovrà disincrostare). C’è inoltre il problema già evidenziato dal ministro ovvero il fatto che le direttive europee vietano l’introduzione di specie alloctone salvo il caso facciano parte di programmi di lotta biologica. È quindi ancora presto per salutare l’arrivo del nemico delle cimici asiatiche, anche perché potrebbe diventare un nemico per altre specie autoctone.

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