Opinioni
Cesare Paladino: il “suocero” di Conte e quella norma nel Decreto Rilancio
di Mario Neri
Pubblicato il 2020-08-14
Federico Capurso sulla Stampa oggi ci racconta che la solita “manina” ha inserito tra le 500 pagine del decreto Rilancio una norma per depenalizzare il mancato versamento delle tasse di soggiorno da parte degli albergatori: Prima si doveva pagare fino al 200% dell’ammanco e si rischiava il carcere. Adesso, almeno la prigione si potrà evitare. E a pensar […]
Federico Capurso sulla Stampa oggi ci racconta che la solita “manina” ha inserito tra le 500 pagine del decreto Rilancio una norma per depenalizzare il mancato versamento delle tasse di soggiorno da parte degli albergatori:
Prima si doveva pagare fino al 200% dell’ammanco e si rischiava il carcere. Adesso, almeno la prigione si potrà evitare. E a pensar bene, sembra che il principio, in tempi di emergenza, sia quello di togliere un po’ di peso dalle spalle di chi già fatica a tenere aperto il proprio hotel. Eppure, tra i furbetti condannati per non aver pagato le tasse di soggiorno al proprio Comune spunta anche il suocero del premier: Cesare Paladino, proprietario del lussuoso hotel Plaza in via del Corso. Il padre dell’attuale fidanzata di Giuseppe Conte, dal 2014 al 2018, si è dimenticato di versare due milioni di euro nelle casse già tristi del Campidoglio. Così, il suocero ha patteggiato, pagando tutto il dovuto e ricevendo, oltre alla sanzione, una condanna a 1 anno 2 mesi e 7 giorni di carcere. Non avrebbe mai indossato il pigiama a righe, ma la fedina, quella sì, si sarebbe sporcata, non fosse stato per il decreto Rilancio. Tanto che gli avvocati del “suocero” avrebbero già chiesto la revisione della sentenza. E a pensar male…