C’è già una fronda grillina al Senato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-01

Gli eletti chiedono un Politburo che controlli il governo. E sono arrabbiati per le mosse non concordate del leader

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La sceneggiata dell’impeachment sì – impeachment no ha lasciato strascichi nel MoVimento 5 Stelle, tanto che il governo rischia di partire sotto una tutela a 5 Stelle. Dopo la riunione segreta degli eletti grillini contro Di Maio ieri è uscita una proposta di un comitato di 40 eletti che affianchi proprio il ministro dello Sviluppo e del Lavoro nelle decisioni politiche. A parlarne è Ilario Lombardo sulla Stampa:

Anche perché c’è chi, complice il passo falso dell’impeachment, è tornato a chiedere una maggiore collegialità delle decisioni in strutture più partecipate. Come Luigi Gallo, il deputato più vicino al presidente della Camera Roberto Fico che ha chiesto un comitato permanente di quaranta membri, una sorta di direzione che affianchi i leader e renda più trasparenti le scelte. […]

Nel corso di un’ennesima grande seduta di autoanalisi collettiva si sono scatenati sfoghi e malumori repressi, che ora pongono un forte interrogativo sui numeri, risicati, a Palazzo Madama dove la maggioranza si regge su un pugno di senatori.

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Anche il Corriere della Sera parla della fronda in costruzione e dei possibili sviluppi:

Difficile che Di Maio e gli altri accettino di farsi affiancare da un organismo così ingombrante. Ma la richiesta non arriva solo da Gallo. Visto che molti altri hanno chiesto la creazione di «strutture intermedie» di lavoro: «Le assemblee congiunte sono ingestibili, non si può continuare così». In questi giorni i malumori dei nuovi arrivati, ma anche di molti«senatori», sono stati consistenti. Perché qualcosa si è rotto nella filiera della comunicazione interna dei 5 Stelle.

Pochissimi erano i dirigenti inseriti nelle trattative e a conoscenza dello stato delle cose. E nessuna comunicazione ufficiale arrivava via chat o in via informale ai parlamentari. Una situazione di incertezza decisamente sgradevole, come hanno detto in molti all’assemblea: «Non siamo yesman, dobbiamo contare anche noi. E ci dovete raccontare cosa succede». Come ha dimostrato plasticamente ai presenti l’intervento di Emanuela Corda: «Luigi così non va bene. Ma è mai possibile che noi dobbiamo venire a conoscenza di quello che accade guardando Barbara D’Urso?».

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