La riunione segreta degli eletti grillini contro Di Maio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-31

Un elemento in più per comprendere la giravolta del leader grillino: i senatori riuniti e offesi per essere stati trattati come yes-men

article-post

Federico Capurso sulla Stampa oggi aggiunge un elemento che contribuisce a comprendere appieno la giravolta di Luigi Di Maio, che è passato dall’impeachment a Mattarella ed elezioni subito a baciare la pantofola del capo dello Stato seccando Paolo Savona: una riunione degli eletti M5S segreta in cui sono andati tutti all’attacco del leader che li tratta come yes-men:

Nella notte di ieri, negli uffici di Palazzo Madama, cinquanta senatori pentastellati si sono visti per una riunione segreta. Danilo Toninelli e Vito Crimi, i due uomini di fiducia del leader al Senato, sono stati esclusi. Al centro della discussione, l’evoluzione delle scelte del leader: «Non siamo dei pigia bottoni», «nessuno ci dice più nulla, siamo costretti a sapere le cose dai quotidiani del giorno dopo», una senatrice scoppia in lacrime, si arriva alle urla, poi qualcuno chiede di fare ammenda, di «non riunirci alle spalle di Luigi». Ma per gli standard militareschi del Movimento, questo è il segnale di una incrinatura pericolosa.

Una lacerazione nella tenuta del gruppo che la serata successiva, durante l’assemblea, esplode in faccia al leader. «Luigi, devi ascoltare di più», «attento a non finire come Renzi, circondato solo da yes-man», «presta un orecchio anche ai cacacaz…». Parlano la vicepresidente del Senato Paola Taverna, il deputato Andrea Colletti, altri si accodano. E così le voci critiche all’interno del gruppo M5S si sollevano all’improvviso, l’una che dà coraggio all’altra, mettendo il capo politico per la prima volta di fronte a un malcontento diffuso. Troppi gli errori, troppo isolato nel prendere le decisioni, troppe le giravolte. Di Maio per la prima volta vede la sua leadership incrinata, nonostante nessuno, tra i Cinque stelle, sia ancora deciso a guidare i delusi.

luigi di maio 1

Per questo ieri Di Maio è andato a parlare in un’assemblea degli eletti pronta a tributargli applausi (i più calorosi, ci scommettiamo, erano quelli di chi accusava gli altri di essere yes-men) ma anche qualche critica. Racconta Luca De Carolis sul Fatto:

Intanto in riunione volano obiezioni. “Luigi, ascolta di più i parlamentari ”esorta la big Paola Taverna. E il deputato abruzzese Andrea Colletti suona la stessa nota: “Dai retta ai cacaca… come me, e leggi Robert Michels”. Ovvero il sociologo tedesco noto per un saggio sui partiti politici, in cui descrive la legge dell’oligarchia. Ma il clima è teso, tanto che i senatori Nicola Morra e Danilo Toninelli battibeccano. E magari è anche lo strascico dell’assemblea segreta di alcuni senatori della sera prima, critica con Di Maio. Ancora capo, ma affaticato.

Mentre Repubblica riporta alcuni dei più gustosi messaggi dei grillini a Di Maio in assemblea:

Paola Taverna: «La verità è che tu hai giocato a chi ce l’ha più lungo con Mattarella», esordisce brutale la vicepresidente di Palazzo Madama. «Hai pensato più al governo che al Movimento», insiste, invitando il giovane leader «ad ascoltare di più» […] «C’è troppa poca condivisione», avverte la calabrese Dalila Nesci, «ad esempio, chi ha stabilito la manifestazione del 2 giugno ed esattamente cosa faremo?». Rincara la sarda Emanuela Corda: «Ma per sapere cosa spiegare ai nostri attivisti dobbiamo guardare Barbara D’Urso?».

Leggi sull’argomento: Che governo fa oggi?

Potrebbe interessarti anche