Attualità
Cayo Blanco: lo stabilimento di Sottomarina chiuso per razzismo
neXtQuotidiano 09/08/2019
Nel caso del 18enne di colore non si è arrivati alle lesioni personali, ma quando costui ha chiamato al telefono il suo avvocato (fratello dell’amico con cui si era recato alla festa) il buttafuori si è rifiutato di ascoltare il legale e non ha cambiato atteggiamento
Il Cayo Blanco di Sottomarina, frazione di Chioggia, è il primo stabilimento chiuso per razzismo. L’ordinanza è stata eseguita ieri mattinada polizia di Stato e carabinieri, in maniera congiunta, perché entrambe le forze erano state interessate da interventi di ordine pubblico nel locale. Fino al 22 agosto, quindi, compresa l’importante festività del Ferragosto, niente somministrazione di cibi e bevande, niente musica, niente balli. Si potrà solo prendere il sole sul lettino.
La pagina Facebook conta oltre 64mila“mipiace” e sono ancora ben visibili i prossimi eventi in via di organizzazione che, a questo punto, salvo clamorosi ribaltoni, dovranno essere cancellati. Il 10 agosto musica e divertimento con il Dj dell’Alterego, l’11 la presenza del noto showman Gianluca Vacchi. Senza contare la programmazione dei tre giorni di Ferragosto (14, 15 e 16) dove negli ultimi anni il Cayo Blanco, assieme ad altri stabilimenti di Sottomarina che hanno intrapreso la strada della Movida serale, la faceva da padrone.
La causa scatenante è la denuncia-querela per un 18enne di Adria di origini etiopi che non è stato fatto entrare “perché nero”. Il suo amico e coetaneo“bianco”era entrato nel locale senza problemi ma lui no perché, aveva detto l’uomo della security,«la settimana scorsa qualcuno, pensiamo dei neri, ha fatto dei furti qui dentro». E’ stata la successiva querela, presentata ai carabinieri dai genitori del ragazzo, il motivo principale, ma non l’unico, che ha portato il Questore di Venezia a ordinare la sospensione dell’attività del locale per 15 giorni, a norma dell’articolo 100 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
Prima c’erano state le botte a due clienti da parte dei buttafuori, ma a quanto pare senza questioni “di razza” di mezzo. Nel caso del 18enne di colore non si è arrivati alle lesioni personali, ma quando costui ha chiamato al telefono il suo avvocato (fratello dell’amico con cui si era recato alla festa) il buttafuori si è rifiutato di ascoltare il legale e non ha cambiato atteggiamento.
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