Opinioni

Catello Vitiello (M5S) entra in parlamento e andrà nel gruppo misto

dipocheparole 05/03/2018

Entra in Parlamento, con un seggio alla Camera ottenuto con il 46,58% dei voti, Catello Vitiello, candidato dal M5S a un collegio uninominale campano (Castellammare di Stabia) ma poi espulso perché ex massone. Vitiello ha già fatto sapere che non è intenzionato a fare un passo indietro e andrà al gruppo Misto. Sembrano invece ormai […]

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Entra in Parlamento, con un seggio alla Camera ottenuto con il 46,58% dei voti, Catello Vitiello, candidato dal M5S a un collegio uninominale campano (Castellammare di Stabia) ma poi espulso perché ex massone. Vitiello ha già fatto sapere che non è intenzionato a fare un passo indietro e andrà al gruppo Misto. Sembrano invece ormai fuori corsa gli altri due ex massoni finiti nelle liste M5S. Piero Landi, candidato all’uninominale di Lucca, al momento (287 sezioni scrutinate su 338) è fermo al 26,01, dietro i candidati della coalizione di centrodestra e di centrosinistra, Riccardo Zucconi e Stefano Baccelli. Stessa sorte per Bruno Azzerboni, candidato al Senato a Reggio Calabria. Su 673 sezioni scrutinate su un totale di 683, Azzerboni è al 35,39%, dietro Marco Siclari, del centrodestra, poco sotto la soglia del 40 (39,74%).

catello vitiello 2

“Se il Movimento dovesse mantenere un profilo di chiusura, non mi andrei a sedere con i partiti tradizionali ma mi iscriverei al misto. Poi si vedrà”, ha detto proprio oggi Vitiello al Corriere della Sera. Se il centrodestra chiedesse un sostegno in Parlamento, “non avrei dubbi, direi di no. Potrei sostenere soltanto un governo innovativo come quello dei Cinque Stelle”, dichiara Vitiello. “Sono convinto che questi ragazzi possano fare il bene dell’Italia. E hanno dimostrato che la loro credibilità non si può discutere”. In merito alla sua vicenda, “sulla massoneria i vertici del movimento commettono un errore. La massoneria non è quello che dicono loro. Fanno di tutta l’erba un fascio”, dice Vitiello. “La massoneria è stata protagonista della storia della Repubblica. Mameli, che ha scritto l’Inno d’Italia, era un massone”. Sulla sua situazione, “ero già ‘assonnato’, ovvero dimesso quando mi sono iscritto alla piattaforma Rousseau. Oltretutto quest’ultimo è il padre nobile della massoneria. Per quale motivo allora mi hanno espulso”.

Leggi sull’argomento: Un Parlamento senza maggioranza nel paese che va a destra

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