Perché CasaPound non caccia l’attivista che urlava «troia, ti stupro» a Casal Bruciato?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-08

La settimana scorsa tutti quelli di CasaPound erano impegnati a spiegarci che lo stupro non fa parte della loro cultura. Ieri un attivista di CasaPound ha minacciato di stupro una madre Rom assegnataria di una casa popolare a Casal Bruciato. Ma per i fascisti del Terzo Millennio si tratta di un residente “esasperato”. Così esasperato da indossare i simboli di CasaPound e da spalleggiare costantemente il responsabile regionale del partito? Deve essere proprio un’esasperazione da record allora

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Sono proprio dei bravi ragazzi quelli di CasaPound. Sono tornati a Casal Bruciato per impedire ad una madre e ai suoi figli di entrare nella casa popolare legittimamente assegnata dal Comune. Continuano a soffiare sul fuoco dell’intolleranza e dell’odio verso gli “zingari”, perché quella famiglia è Rom e viene da uno dei tanti campi della Capitale. A certe sceneggiate dei fascisti del Terzo Millennio, che raccontano di intervenire a difesa degli abitanti del quartiere siamo purtroppo abituati.

CasaPound e la storia dei residenti esasperati

Si vorrebbe poter dire e scrivere che ieri a Casal Bruciato CasaPound ha toccato il fondo. Ma non è così. Ieri, mentre la signora Senada tentava di guadagnare l’ingresso del condominio, scortata dagli agenti in tenuta antisommossa, un attivista di CasaPound ha urlato «troia, ti stupro». La scena è stata immortalata in un video pubblicato dall’Agenzia Dire che era sul posto assieme a tanti altri giornalisti per raccontare l’ennesima giornata d’odio promossa dal movimento neofascista che nelle case popolari ci vorrebbe solo gli italiani, in barba ad ogni legge e principio che sancisce che in Italia siamo tutti uguali.

Subito su Facebook Mauro Antonini responsabile di CasaPound Lazio ha minimizzato la questione scrivendo che «le frasi pronunciate a quanto pare da qualche residente sono sbagliate e da condannare, ma figlie dell’esasperazione». Insomma quando si è esasperati è lecito anche minacciare una donna di violenza sessuale.  Anche il responsabile romano di CPI, Davide Di Stefano, adotta la stella linea di difesa «Se ci sono stati insulti personali nei confronti della donna li condanniamo, ma sono purtroppo causati dal clima di tensione ed esasperazione dei cittadini».

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L’intento è chiaro. Da un lato si scarica ogni responsabilità, perché dopo lo stupro di Viterbo CasaPound ci ha tenuto a ribadire che certe cose non fanno parte della loro cultura (strano perché non è nemmeno la prima volta). I pestaggi – anzi le “scaramucce” un po’ maschie – vanno bene la violenza sulle donne no. dall’altro si alimenta la narrativa secondo la quale gli abitanti del quartiere “sono esasperati” dai Rom e dalle assegnazioni delle case popolare del Comune (che non sono altro che le politiche abitative di qualsiasi altro comune). Peccato che nei video delle manifestazioni di ieri di residenti se ne siano visti davvero pochi. Certo, qualcuno c’era, ma la maggior parte erano attivisti di CasaPound. Lo dimostra anche una testimonianza pubblicata su Facebook che parla di circa una ventina di abitanti della zona che manifestavano con CasaPound a fronte di circa duemila residenti del complesso abitativo dove si trova l’alloggio di cui è assegnataria la famiglia Rom.

Perché quello che urla «troia, ti stupro» è sempre a fianco di Antonini?

E veniamo qui al ragazzo che urla  «troia, ti stupro». Si tratta di un ragazzo con il cranio rasato, tatuaggio sul sopracciglio destro che indossa un giubbotto nero dove si distinguono chiaramente sulla spalla la toppa con il logo degli ZetaZeroAlfa (il gruppo musicale di Iannone) e sul petto la tartaruga di CasaPound. Certo, può essere benissimo un residente di Casal Bruciato, ma non ci sono dubbi che sia un attivista del movimento della tartaruga frecciata.

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Anche perché basta guardare i video della giornata di ieri per accorgersi che il ragazzo è sempre a fianco di Mauro Antonini. Possibile che Antonini non se ne sia accorto. Il fotogramma qui sotto è tratto dalla diretta pubblicata sulla pagina di Antonini, l’episodio è quello che vede contrapposti – a debita distanza – gli attivisti di CasaPound a quelli dei centri sociali. Una sorta di gara canora a base di slogan e insulti (e l’Inno di Mameli ça va sans dire)

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Ma può trattarsi di una coincidenza, del resto si sa che l’esasperazione porta a fare questo ed altro. Ieri però a Casal Bruciato c’è stato anche un altro episodio curioso: il battibecco tra Fratelli d’Italia – che era andata ad appendere uno striscione – e i fascisti del Terzo Millennio. L’Huffington Post ha pubblicato un video del diverbio tra i rappresentati delle due formazioni politiche.

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Mentre Antonini e Adriano Cedroni attivista di Fratelli d’Italia discutono sul problema dell’appropriazione del territorio ecco che spunta il nostro, sempre con il giacchetto griffato con le toppe in vendita sul La testa di ferro, il sito del merchandising di CasaPound, che si mette in mezzo tra i litiganti per spalleggiare il responsabile regionale di CPI e spostando con una manata un attivista del partito della Meloni che forse si era avvicinato troppo ad Antonuni dice «oh fa il bravo, aò te dice male levate». Chissà, forse anche quel gesto era dettato dall’esasperazione. Oppure CasaPound potrebbe semplicemente avere il coraggio di fare il nome e il cognome di questa persona e ammettere che si tratta di uno dei loro.

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