«Attilio Fontana indagato per abuso d’ufficio»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-05-08

Ieri il governatore leghista sembrava aver scampato problemi personali dopo la maxiretata per le tangenti a Milano. Oggi il Corriere annuncia che è indagato per abuso d’ufficio

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Che la questione delle tangenti in Lombardia non fosse finita lì per Attilio Fontana si era capito dalle parole di Francesco Greco in conferenza stampa dopo gli arresti per l’incarico all’interno del Nucleo di valutazione degli investimenti della Regione Lombardia ottenuto da Luca Marsico, suo socio di studio. Ma Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera racconta che la situazione è precipitata in serata: il governatore è indagato per abuso d’ufficio.

«Attilio Fontana indagato per abuso d’ufficio»

Parte della storia è raccontata nell’ordinanza che ha portato agli arresti 43 persone nel “Jurassic Park della corruzione” che ha visto coinvolti Gioacchino Caianiello, ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese e Diego Sozzani, parlamentare di Forza Italia accusato nell’inchiesta di finanziamento illecito oltre che il consigliere comunale milanese e vicecoordinatore regionale di Forza Italia Pietro Tatarella, candidato alle Europee, che proprio ieri mattina aveva in programma una comparsata ad Agorà su Raitre.

Il leghista Attilio Fontana avrebbe ricevuto e declinato una proposta corruttiva. Non denunciò ed è parte offesa di un’ipotesi di istigazione alla corruzione: un’operazione ricostruita nelle pagine dell’ordinanza della maxi inchiesta milanese e imputata a Gioacchino Caianiello, ex coordinatore provinciale di FI a Varese, arrestato e accusato anche di istigazione alla corruzione proprio nei confronti di Fontana, non indagato e parte offesa in questo capitolo. Il presidente Fontana, spiega il gip, “dopo un’iniziale apertura sul punto, preferirà successivamente percorrere una diversa strada, non accogliendo la proposta corruttiva avanzatagli da Caianiello”. Il gip, in una decina di pagine dedicate a questo capitolo, chiarisce che “la premessa logica e concettuale” risiedeva “nella mancata rielezione alla carica di Consigliere regionale dell’avvocato Luca Marsico, socio di studio del presidente della Regione”.

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Una delle cause della mancata rielezione di Marsico era riconducibile proprio “al boicottaggio della sua campagna elettorale da parte di Caianiello”. Da qui nacque, secondo il gip, “la volontà del Presidente Fontana”, poco dopo la sua elezione, “di trovare il modo di ricollocare professionalmente il suo socio di studio e, a tal fine” Fontana intrattenne “una serie di incontri con Caianiello”. E sulla scorta di “tale esigenza palesatagli da Fontana” Caianiello si mise “rapidamente in moto”. Il Governatore, però, alla fine rifiutò la sua proposta. Tra le molte intercettazioni citate dal gip anche una in cui emerge una “manifestazione di stima che Fontana tributa a Caianiello, ricordandogli di aver già seguito quasi tutti i suoi consigli”. Quest’ultimo riferimento, riassume il gip, “concerne le nomine per la composizione della Giunta regionale in relazione alle quali Fontana effettivamente ha seguito i consigli di Caianiello”. Nella telefonata il Governatore diceva: “hai visto che i tuoi .. i tuoi consigli li ho seguiti quasi tutti”.

L’indagine per l’abuso d’ufficio

Questo è quanto si sapeva fino a ieri. Ma l’enfasi posta sull'”altra soluzione” da parte di Fontana è quella che mette nei guai il governatore leghista. Racconta il Corriere:

È un salvataggio in corner, ma anche l’inizio di un mezzo autogol. Salva in extremis Fontana dal concorso nella corruzione propostagli da Caianiello, facendone per ipm la «parte offesa» di una «istigazione alla corruzione» (seppure non denunciata perché, dirà poi ieri Fontana in Regione, «non percepita»). Ma nel contempo peggiora la posizione del governatore lombardo quando ieri, in Regione, la Guardia di Finanza acquisisce i documenti sul fatto che poi Fontana abbia davvero attuato una delle «alternative» che aveva immaginato: e cioè nell’ottobre 2018 abbia proposto alla giunta regionale di nominare il suo socio di studio Marsico tra i membri esterni di un«Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici» (11.500 euro l’anno e 180 a seduta).

È a questo punto che Fontana — appena incensato dal vicepremier e segretario leghista Salvini che se ne dice«doppiamente orgoglioso», e reduce da una seduta in Regione nella quale i consiglieri di maggioranza lo acclamano quando rivendica «vado avanti corretto e trasparente come sempre sono stato» —viene indagato dalla Procura per l’ipotesi di «abuso d’ufficio».

Già, proprio ieri Matteo Salvini aveva detto: “Se qualcuno ha tentato di corrompere un governatore leghista che non si è fatto corrompere sono doppiamente orgoglioso”. E oggi?

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