Cartelle esattoriali: il rinvio al 30 novembre

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-07

Il rinvio per 9 milioni di cartelle esattoriali in arrivo e si fermerà, almeno per ora al 30 novembre. Con la possibilità però di ulteriori proroghe e una sorta di rottamazione per le cartelle 2019 e 2020

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Se ne parla già da qualche giorno. Il Sole scriveva che il rinvio per 9 milioni di cartelle esattoriali era in arrivo e la proroga sarebbe durata fino al 31 dicembre. Secondo il Messaggero oggi la moratoria si fermerà, almeno per ora, al 30 novembre. Con la possibilità però di ulteriori proroghe e una sorta di rottamazione per le cartelle 2019 e 2020:

 

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Proroga fino al 30 novembre per 9 milioni di cartelle esattoriali. Il piano che prevede il rinvio è in fase avanzata di studio al Tesoro. Il 15 ottobre quindi, salvo ripensamenti, non finirà la moratoria sulle cartelle esattoriali decisa dal governo per far fronte ai duri mesi del lockdown. Addirittura una parte dell’esecutivo, 5 Stelle in primis, vorrebbe allungare a fine anno lo stop, liberando così i contribuenti dalla valanga di adempimenti fiscale incombente. Senza il blocco, come evidente, il 16 ottobre l’Agenzia delle entrate Riscossione dovrà inviare quasi 9 milioni di lettere e Pec (6,8 milioni delle quali lavorate durante i mesi del Covid), per chiedere di saldare il dovuto con il fisco: se ne riparlerà invece a dicembre. Una valanga di atti, tra multe e tasse non riscosse, si abbatterebbe su piccole imprese, partite Iva e contribuenti, già fiaccati dalla crisi economica, in deficit di liquidità e alle prese con una difficile ripartenza visto l’andamento dei contagi. A spingere per il rinvio c’è sopratutto il timore che possa esplodere una sorta di “bomba sociale” difficile poi da gestire. Preoccupazioni politiche che stanno spingendo il governo a trovare una qualche via d’uscita, preferibilmente di natura strutturale. Accanto alla nuova proroga si studia infatti una sorta di “pace fiscale”, una rottamazione delle cartelle del 2019 e del 2020 da far scattare verso fine anno.

Il rinvio al 16 ottobre è già costato 65,8 milioni di euro all’Erario per l’anno 2020. Spostare la riscossione significherebbe comunque dover aumentare le risorse stanziate ora dal decreto Agosto che, nel caso di rinvio a fine anno, andrebbero raddoppiate.

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