Calenda e le condizioni per allearsi con Azione (con un messaggio al Pd)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-24

Il leader di Azione Carlo Calenda esclude alleanze non basate sul programma che presenterà in vista delle elezioni politiche di settembre

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Nessuna alleanza contro la destra, “che non significa nulla”, dice Carlo Calenda. Il messaggio è chiaro e diretto al Partito democratico, che dopo la rottura ufficiale del “campo largo” col Movimento 5 Stelle ha iniziato a guardare ai partiti centristi che hanno sostenuto fino in fondo il governo Draghi dicendosi disposto a dialogare con tutti. In un’intervista a Repubblica questa mattina il segretario dem ha detto circa il leader di Azione: “Di tutti i protagonisti possibili, è il più consistente dal punto di vista dei numeri e ha svolto in Europa un lavoro interessante e in parte condiviso. Discuteremo con lui con spirito costruttivo”.

Calenda e le condizioni per allearsi con Azione (con un messaggio al Pd)

L’ex candidato sindaco di Roma ha chiarito parlando con il Corriere della Sera che la base di partenza per eventuali sodalizi prima delle urne dovrà avvenire soltanto sulla base dei programmi: “Sono 30 anni che si fanno le campagne elettorali contro qualcuno senza presentare programmi e senza poi essere in grado di gestire il Paese, fare politica così non ha senso”. Al centro però, dove si colloca Calenda insieme a tanti altri soggetti politici come quelli di Renzi, Toti, Tabacci e Di Maio, non tutti sono convinti che una fusione basata sull’agenda Draghi possa funzionare.

Il difficile rapporto con Di Maio

Il leader di Azione ha spiegato ad esempio i dissidi con l’ex capo politico del M5S: “Non per ragioni personali: ha fatto quasi solo disastri, la cancellazione di Industria 4.0, ha fatto saltare un investimento da 4 miliardi su Ilva, ha fatto saltare il progetto di gasdotto da Israele, ha cercato di cancellare il Tap che oggi è una delle principali fonti di diversificazione del gas. Il punto sono i danni che rimangono, non che Di Maio negli ultimi mesi è diventato draghiano”. Se all’esterno del suo partito Calenda guarda con diffidenza a nuove alleanze, all’interno spera di poter inglobare gli esuli di Forza Italia: “Gelmini e Carfagna? Spero che vengano con noi”.

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