La mamma del bimbo morto di tumore a Taranto non stringe la mano a Di Maio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-25

«Io la mano e l’abbraccio da Di Maio non li accetto. Accetterò una stretta di mano seria nel momento in cui prenderà le decisioni serie per Taranto, cioè la chiusura delle fonti inquinanti, adesso basta»

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Carla Lucarelli ha abbandonato la sala in cui il vicepremier Luigi Di Maio ha incontrato ieri gli ambientalisti a Taranto. Lei ha perso un figlio, Giorgio Di Ponzio, per un tumore alle ossa, ovvero un sarcoma. «Io la mano e l’abbraccio da Di Maio non li accetto. Accetterò una stretta di mano seria nel momento in cui prenderà le decisioni serie per Taranto, cioè la chiusura delle fonti inquinanti, adesso basta», ha detto la Lucarelli.

La mamma del bimbo morto di tumore a Taranto non stringe la mano a Di Maio

«Taranto – ha aggiunto – è bella quando serve. È la solita presa in giro, ora ci sono le Europee ed è venuto a fare passerella. Di nuovo Taranto si presta ad essere una passerella per la campagna elettorale». «Non è cambiato nulla – rileva la donna – l’unica cosa è che altri bambini sono morti». A chi le fa notare che Di Maio oggi ha detto che non aveva mai avuto idea di chiudere l’Ilva, Carla ha risposto: «C’è solo da riderci sopra, perché ci sono i filmati dove parla durante la campagna elettorale che ha fatto su Taranto».

“E’ la solita presa in giro, ora ci sono le europee ed è venuto a fare passerella. Di nuovo Taranto si presta ad essere una campagna elettorale”. E ancora:
“L’abbraccio non lo accetto”, ha continuato. “Accetterò una stretta di mano seria nel momento in cui prenderà le decisioni serie per Taranto, cioè la chiusura delle fonti inquinanti, adesso basta. Taranto è bella quando serve”.

Di Maio annuncia l’abolizione dell’esimente penale sull’ex-Ilva

Nel decreto crescita è stata introdotta una norma che abolisce l’esimente penale «che doveva durare altri quattro anni e mezzo e che invece ad agosto di quest’anno cesserà di esistere» ha detto Di Maio. Il vicepremier insomma si è presentato a Taranto con i fatti: «non sono venuto qui nei primi mesi di chiusura dell’accordo perché volevo venire qui con i fatti. Io farò di tutto per conquistare la fiducia dei tarantini so che è un popolo arrabbiato e ha ragione a esserlo». A Taranto però si aspettavano azioni di tutt’altro genere, ad esempio nessuno si sarebbe mai aspettato che Di Maio chiudesse l’accordo preparato dal suo predecessore al MISE. Il mandato elettorale era chiaro: chiudere l’Ilva, non venderla ad Arcelor-Mittal.

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Dal video “sei cose che questo governo avrebbe potuto fare su Ilva e non ha fatto” dell’associazione Giustizia per Taranto [via Facebook.com]
C’è però un problema. L’immunità penale – o più precisamente l’esimente penale – prevista dal decreto “salva Ilva” del 2015 varato dall’allora governo Renzi è scaduta. L’art. 2 comma 6 del decreto 1/2015,  stabilisce che la durata dell’immunità non può essere superiore ai 18 mesi successivi all’approvazione del piano ambientale. Il piano ambientale e le modifiche al piano di risanamento sono state approvate con il D.P.C.M. del 29 settembre 2017 che ha confermato la scadenza del piano di risanamento al 23 agosto 2023. Questo significa che quell’esimente penale che Di Maio ha annunciato sarà abolita con il decreto crescita in realtà già da un mese non è più operativa.

Foto copertina da: La Gazzetta del Mezzogiorno

Leggi anche: Le panzane di Di Maio per l’immunità penale per l’ex ILVA

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