Economia
Carige, Cassa Centrale valuta una quota del 10%
neXtQuotidiano 16/07/2019
Le due banche a controllo pubblico devono attendere un via libera ufficiale del Ministero dell’Economia per partecipare all’operazione. In teoria, dovrebbero sottoscrivere il bond per un importo di 175 milioni: cioè 150 milioni da parte del Credito Sportivo e 25 milioni da parte di Mediocredito Centrale
Per Carige tra le opzioni allo studio del piano di salvataggio c’è l’entrata di Cassa Centrale Banca con il 10% in uno schema che includa anche il Credito Sportivo e il Mediocredito Centrale. Lo scrive oggi Il Sole 24 Ore, che fa sapere che il piano complessivo allo studio prevede, assieme all’intervento di Ccb, la conversione del bond subordinato da parte dello schema volontario del Fitd, un contributo ulteriore da parte del Fitd, nella sua parte obbligatoria, e l’intervento di Mediocredito Centrale e Credito Sportivo, a copertura di un fabbisogno che si aggirerebbe sui 900 milioni di euro, una cifra quindi superiore ai 780 milioni prevista dal piano dei commissari a fine febbraio.
I pesi dei vari attori nell’operazione sono tuttavia ancora in corso di definizione. I numeri finora circolati dovranno quindi avere ulteriori ritocchi. Tuttavia è plausibile pensare che l’aumento di capitale sarà di circa 700 milioni, mentre altri 200 milioni deriverebbero dalla sottoscrizione di un bond subordinato Tier 2. Dei 70o milioni, 320 milioni arriverebbero dalla conversione del bond subordinato in mano allo schema volontario. È invece ancora tutto da definire chi sottoscriverà i restanti 38o milioni. In prima fila c’è il Fondo interbancario perla tutela dei depositi, che rappresenta la totalità delle banche italiane, e che è l’unico soggetto pronto a iniettare risorse.
C’è poi appunto Cassa Centrale Banca (Ccb) che potrebbe prendere una quota superiore al 10%. Per il prossimo 18 luglio è convocato un Cda di Ccb, che ha come tema di discussione proprio il dossier. In ogni caso Cassa Centrale Banca potrebbe mettere sul piatto oltre ioo milioni. Da definire anche l’intervento della famiglia Malacalza, il soggetto privato di riferimento (con quasi i128% delle azioni) che potrebbe seguire l’aumento per restare nella compagine dopo aver dato il benestare al nuovo piano dell’istituto genovese. I riflettori sono infine sul Credito sportivo e il Mediocredito Centrale.
Le due banche a controllo pubblico devono attendere un via libera ufficiale del Ministero dell’Economia per partecipare all’operazione. In teoria, dovrebbero sottoscrivere il bond per un importo di 175 milioni: cioè 150 milioni da parte del Credito Sportivo e 25 milioni da parte di Mediocredito Centrale.
Leggi anche: Alitalia, Atlantia, FS e la strategia chiagni e fotti di Di Maio