Opinioni
Capezzone ricorda Pannella tra Schopenauer e i Pink Floyd
neXtQuotidiano 19/05/2016
“In memoria di Marco Pannella, e per tentare di comprenderne ancora qualcosa, non trovo di meglio che due riferimenti, forse lontanissimi fra loro, o forse no. Da un lato, ‘Il mondo come volontà e rappresentazione’ di Schopenhauer: un’affermazione potente e assoluta di volontà, di soggettività, di riconduzione della realtà a ciò, e solo a ciò, […]
“In memoria di Marco Pannella, e per tentare di comprenderne ancora qualcosa, non trovo di meglio che due riferimenti, forse lontanissimi fra loro, o forse no. Da un lato, ‘Il mondo come volontà e rappresentazione’ di Schopenhauer: un’affermazione potente e assoluta di volontà, di soggettività, di riconduzione della realtà a ciò, e solo a ciò, che un uomo – in questo caso, lui, Marco – voleva e vedeva. Dall’altro,e non colgo contraddizioni, Shine on you crazy diamond’ dei Pink Floyd, il loro omaggio al geniale Syd Barrett, all’amico perduto, all’ispiratore perso, ma anche il riconoscimento dell’anomalia, della follia, dell’imponderabile che ci abita, che cambia irrimediabilmente il corso delle cose, l’incombere di un mistero più grande di noi”. Lo scrive in una nota Daniele Capezzone.
“Pannella, armato solo di una volontà tenace e di matite smozzicate, ha scritto pagine di storia incancellabili. Ha amato la politica più di se stesso. Ha fatto della sua follia – reale o apparente – un metodo. Ha educato generazioni di giovani alla libertà, da tutto, e – più faticosamente – anche e perfino da lui. Non senza ferite e conflitti: ma ha creato le condizioni per consentire e dissentire con chiunque, il più vicino o il più lontano, a partire da lui stesso. Ha onorato politica, idee e istituzioni come una religione laica, e – per lui, in questo caso – dubito solo dell’aggettivo, non del sostantivo. Ho conosciuto almeno due lati della sua personalità inafferrabile e irriducibile: la generosità creativa, e un accanimento feroce, fratelli l’uno dell’altra”. Due cose lascia in eredità Pannella: “La prima: la necessità non di vincere ma di convincere, di ‘vincere con’, l’atto di amore (e insieme la presunzione un po’ diabolica) di non prevalere ma di persuadere e camminare insieme. La seconda: un monito con il sapore dell’ossessione, ma di un’ossessione giusta e attuale. La democrazia, lo Stato di diritto, le regole, la circolazione delle idee, la comunicazione: più necessari dell’ossigeno. E il dolore di constatare l’impossibilità (nell’Italia del 2016 è ancora così) di proporre novità se la libera circolazione delle idee è ostruita, impedita,alterata”.