«Cannabis light, la sentenza della Cassazione non chiude i negozi»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-01

Secondo Federcanapa, l’associazione delle aziende agricole per la coltivazione delle piante di Sativa, lavorata come materia prima di prodotti industriali, «la sentenza non determina la chiusura generalizzata»

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Le aziende e i negozi che producono e vendono cannabis light non ci stanno. E il giorno dopo la sentenza della Corte di Cassazione che mette in pericolo le attività rispondono rilanciando sui dubbi interpretativi della norma e della sentenza.

Cannabis light, la sentenza della Cassazione

Sul tavolo del dibattito rimangono due questioni. La prima è che il divieto riguarda esclusivamente foglie,infiorescenze, olio e resina ottenute dalla pianta di Canapa Sativa: quindi tutti gli altri prodotti restano commercializzabili. Intanto il titolare di uno shop ha proposto una class action contro la decisione della Corte di annoverare tra i reati perseguibili penalmente la commercializzazione di prodotti a base di cannabis leggera.

cannabis legale nel mondo
Cannabis legale nel mondo, la situazione (Corriere della Sera, 11 gennaio 2019)

Secondo Federcanapa, l’associazione delle aziende agricole per la coltivazione delle piante di Sativa, lavorata come materia prima di prodotti industriali, «la sentenza non determina la chiusura generalizzata». Questo proprio in base a quanto scritto dai giudici: «Salvo che i prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante». Spiega il Corriere:

Che cosa intendono? La cannabis light contiene concentrazioni molto basse di tetraidrocannabinolo, il Thc, sostanza psicoattiva. L’effetto drogante del Thc non è stato stabilito per legge anche perché dipende anche da fattori individuali del consumatore. I prodotti con cannabis light venduti negli shop appositi sono stati analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità che hanno rilevato percentuali molto basse, inferiori allo 0,2%.

Al contrario sono state trovate alte concentrazioni di cannabidiolo che non è uno stupefacente, ma un miorilassante, capace cioè di indurre uno stato di calma, alleviare il dolore e anche favorire il sonno. Pur non avendo un «potere drogante», si tratta di una sostanza che secondo i farmacologi espone a rischi il consumatore non attento a utilizzarla.

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