Quello che non torna nella “donazione” dei camici del cognato di Fontana alla Regione Lombardia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-10

Le cifre dell’acquisto dei camici e quelle della donazione non corrispondono. Perché?

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Ieri Matteo Salvini a proposito della storia dei camici della Regione Lombardia ha scritto su Twitter che il giornalista di Report che ha firmato il servizio (Giorgio Mottola) deve fare “una donazione da 500mila euro così almeno si mette al livello del governatore Fontana”. Davide Milosa sul Fatto Quotidiano oggi torna sulla vicenda dei camici della Regione Lombardia prima venduti e poi donati da DAMA SPA, azienda di proprietà della moglie del cognato del presidente Attilio Fontana. E nota che:

Davanti ai dubbi di un conflitto d’interessi per un’azienda molto vicina al presidente della Regione, l’amministratore della Dama Spa spiega che fin dall’inizio questi camici dovevano essere donati. Eppure per una incomprensione dei suoi collaboratori ad Aria è arrivata un’offerta commerciale. Che sarà poi trattata dal direttore generale Filippo Bongiovanni attraverso un affidamento diretto. Ora la posizione della Dama Spa si chiarisce in una mail che Andrea Dini invia al dg di Aria. Il messaggio porta la data del 20 maggio. Si legge: “Egregio dottor Bongiovanni, come anticipato per le vie brevi, la presente per comunicarle che abbiamo deciso di trasformare il contratto di fornitura in donazione”.

Il contratto portala sigla: IA.2020.0019646. Due cose: la data. Dal 16 aprile al 20 maggio passa oltre un mese. In questo tempo la Dama non si è accorta del fraintendimento interno spiegato da Dini. Il verbo usato (“trasformare”) conferma che la pratica è partita da Dama come una offerta commerciale alla Regione, poi trasformata appunto in donazione. Nella mail Dini non illustra a Bongiovanni il fraintendimento dei suoi collaboratori di cui invece parla poi a Report. Sempre nella mail, il presidente del Cda di Dama scrive che “emetteremo nota di credito per la fattura n. 10865 del30 aprile per un valore di 247.308 euro, nonché emetteremo fattura per donazione di euro 112.164 per quanto riguarda i camici consegnati a maggio”.

Ora, calcolatrice alla mano, si arriva a 359.472 euro. Una bella cifra ma non uguale a quella scritta nell’ordine di fornitura firmato da Aria e cioè 513 mila euro. È vero anche che sui 513mila euro bisogna togliere il 22% di Iva, arrivando così a un cifra simile. Sempre Dini spiega: “Certi che apprezzerete la nostra decisione, vi informiamo che consideriamo conclusa la nostra fornitura”. Se donazione è stata sembra, nei numeri, inferiore alla cifra fissata nel contratto di Aria.

E allora ecco la nostra modesta proposta: Mottola potrebbe farsi dare 500mila euro da Regione Lombardia e poi, un mesetto dopo, fare una donazione da 500mila euro a Regione Lombardia. Così sì che si metterebbe al livello di Fontana!

Leggi anche: Report, i camici della Regione Lombardia e tutta la storia delle contraddizioni di Fontana

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