Opinioni
Perché parlare di “calo di reati” è controproducente
di Samuele Murtinu
Pubblicato il 2018-11-20
Che i sovranisti sguazzino nel fango mediatico dell’equazione “immigrazione = criminalità” è ormai assodato. Che tale equazione sia concettualmente sbagliata è altrettanto assodato. I crimini commessi da immigrati irregolari, così come quelli perpetrati da immigrati regolari o da nativi italici, sono materia di ordine pubblico e non di immigrazione. Più precisamente, ciò che rende efficiente […]
Che i sovranisti sguazzino nel fango mediatico dell’equazione “immigrazione = criminalità” è ormai assodato. Che tale equazione sia concettualmente sbagliata è altrettanto assodato. I crimini commessi da immigrati irregolari, così come quelli perpetrati da immigrati regolari o da nativi italici, sono materia di ordine pubblico e non di immigrazione. Più precisamente, ciò che rende efficiente la gestione dell’ordine pubblico non è solamente il controllo dei confini, bensì il controllo interno al Paese (a questo proposito si veda l’articolo di Marzio Barbagli su Lavoce.info). Le opposizioni, posto che esistano, controbattono alla retorica sovranista “immigrazione = criminalità” con un argomento che – seppur apparentemente supportato da dati reali – risulta inefficace per due motivi: uno statistico e uno psicologico. Partiamo dal primo. Nelle due tabelle sottostanti viene riportata la dinamica temporale tra il 2008 e il 2016 di alcune categorie di reati – molte delle quali tipicamente associate al fenomeno dell’immigrazione clandestina – in termini di numero assoluto di reati (Tabella 1) e numero di reati ogni 100.000 abitanti (Tabella 2).
Come mostrano i dati (fonte: Eurostat), quasi tutte le tipologie di reati sono in calo. Tuttavia, tale calo (eccezion fatta per gli omicidi) potrebbe essere spiegato da un fattore statistico: la scelta delle vittime di non denunciare i reati subiti a causa di una sfiducia crescente nelle istituzioni. Di conseguenza: meno reati denunciati, meno reati riportati dalle statistiche ufficiali. Tuttavia, sebbene i reati riportati ufficialmente siano in calo, i reati “veri” potrebbero NON essere in calo. Passando al motivo psicologico, ciò che conta in politica sono – oltre ai fatti – le percezioni. Sebbene le percezioni delle persone possano essere state manipolate negli ultimi anni da alcuni giornali e trasmissioni televisive che hanno volutamente soffiato sul fuoco della propaganda pseudo-fascistoide, è oggettivo che alcune aree delle città italiane siano fuori controllo. Di conseguenza, è razionale che le persone residenti in tali aree si sentano insicure e cerchino protezione e soluzioni efficaci nel politico di turno. Fino a quando il messaggio dell’opposizione ai cittadini sarà “vi sbagliate, i reati sono in calo”, il consenso di Salvini non potrà che aumentare.