Il ministro dell’Istruzione si difende e fa sapere di avere molti amici del Sud

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-10

Dopo il figurone, Bussetti in difesa: «Ho un capogabinetto calabrese, un caposegreteria e un capo dell’ufficio legislativo napoletani. Ora sto mangiando a Gallarate in una pizzeria gestita da napoletani»

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Marco Bussetti, 56 anni, ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca del governo Conte, è finito nei guai perché ieri, mentre era in visita nelle scuole di Afragola e Caivano, rispondendo alle domande della cronista di Nano tv ha auspicato un maggiore impegno per gli insegnanti del Sud: «Per recuperare il gap delle scuole del Sud con quelle del Nord ci vuole l’impegno del Sud. Vi dovete impegnare forte. I fondi? No, impegno, lavoro e sacrificio». Oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera Bussetti ci tiene a farci sapere due cose, ovvero che “è tutta colpa della giornalista” che l’ha troppo pressato e che lui ha tanti amici del Sud (e chissà se ha anche tanti amici gay o di colore):

«Mi stava addosso quella giornalista, insisteva, mi ha messo il microfono in bocca». Ma ammette: «Risentendola ho capito che sì, è vero, il tono era infastidito, ma più per la situazione che per quello che mi chiedeva. Non ce l’ho coi meridionali. È come la polemica sulla parità di genere: non la capisco, io non vedo uomini o donne, ma persone», giura.

E porta prove a sua discolpa: «In casa ho i quadri di Sante Visco,di Vico Equense. Ho un capogabinetto calabrese, un caposegreteria e un capo dell’ufficio legislativo napoletani. Ora sto mangiando a Gallarate in una pizzeria gestita da napoletani. Ah! E poi le dico: qualche anno fa mi hanno insignito del premio di calabresità italiana».

Basta in realtà rivedere il video per notare che il giornalista non ha in alcun modo fatto pressioni a Bussetti, che se n’è uscito spontaneamente con quel tono senza trovarsi in situazione di difficoltà.

Però deve ammettere che sembrava scettico. Voleva spronare i meridionali a rimboccarsi le maniche?
«No. Voglio evitare che si parli sempre e solo di risorse. Ritengo che il problema della scuola, e in generale degli investimenti pubblici, sia più che un problema di risorse un tema di qualità della spesa. Lo sa che ci sono miliardi di euro di fondi europei che non vengono spesi? Oltre a quanto si spende vediamo come si spende. Ovunque. Al Nord come al Sud. E se vengono messi a sistema i frutti si vedono».

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