BTP, mutui e tassi: cosa cambia con la fine del QE

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-15

Ieri la BCE ha annunciato la fine del QE. Cosa accadrà a BTP, mutui e tassi?

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Ieri la Banca Centrale Europea ha annunciato la chiusura in sei mesi del programma di Quantitative Easing usato da marzo 2015 con 60 miliardi di acquisti al mese, poi saliti a marzo 2016 a 80 miliardi. La quota è tornata a 60 miliardi ad aprile 2017 ed è di 30 da gennaio 2018. Cosa accadrà a BTP, mutui e tassi? Il Corriere della Sera oggi spiega che la presenza di un compratore — la Bce —, che per anni è intervenuto sui mercati europei del reddito fisso ha avuto l’effetto di comprimere i rendimenti a livelli mai visti in precedenza. In alcuni Paesi, ad esempio in Germania, i rendimenti sono scesi in territorio negativo anche per emissioni di durata superiore a 7 anni. In Italia il fenomeno dei tassi negativi ha interessato invece prevalentemente la parte delle emissioni a breve termine. Fino a un mese fa i Bot a un anno offrivano un tasso negativo dello 0,3 percento. Mentre i Btp a dieci anni al loro minimo hanno toccato una cedola di appena l’1,7. Nell’arco di qualche anno, forse addirittura di qualche mese, sparirà l’anomalia dei tassi di interesse negativi sulle emissioni dei titoli pubblici e l’investimento in titoli del reddito fisso tornerà ad essere remunerativo.

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BTP, mutui e tassi: cosa cambia con la fine del QE (Corriere della Sera, 15 giugno 2018)

Nei prossimi anni torneranno quindi tassi di inflazioni vicini ma inferiori al 2% (come previsto dal mandato della Bce) e rendimenti positivi in grado di favorire l ’allocazione del risparmio verso gli investimenti più remunerativi (o più sicuri), a seconda delle preferenze dei risparmiatori. Non ci saranno però effetti rapidi sui mutui: chi ha sottoscritto un mutuo a tasso fisso non ha nulla da temere dalla fine del QE mentre è possibile che nei prossimi mesi le banche possano applicare tassi più alti sui prestiti. Per avere un parametro di riferimento: un mutuo ventennale di 100 mila euro a tasso fisso al 2% paga oggi una rata mensile di 506 euro. Se nei prossimi contratti (fra 3-6-12 mesi) il tasso fisso dovesse salire al 3%, la rata aumenterebbe di 49 euro a 555 euro. Discorso diverso per il tasso variabile, normalmente indicizzato al tasso euribor a 3 mesi. I tassi euribor attualmente sono negativi (il 3 mesi è a -0,32%).

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