La Brexit e l’ipotesi di un nuovo referendum

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-16

Per molti sarebbe un tradimento della democrazia, visto che il popolo si è già espresso. C’è però una soluzione intermedia

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Dopo la bocciatura dell’accordo che Theresa May aveva raggiunto con l’Unione Europea da parte di Westminster la strada della Brexit si fa sempre più stretta mentre si avvicina la data del 29 marzo, ovvero del giorno in cui la Gran Bretagna dovrebbe uscire dall’UE anche senza un accordo con Bruxelles. Attualmente quindi l’opzione di default è il no deal, ossia un divorzio disastroso senza nessun accordo paracadute. La Gran Bretagna infatti—salvo dilazioni concesse dalla Ue in caso di elezioni anticipate, o se Londra ritirasse l’articolo 50 — si staccherà automaticamente dall’Unione alla mezzanotte del 29 marzo. Questo esito avrebbe pesanti contraccolpi sull’economia britannica (contrazione del Pil e crollo della sterlina) ma anche su quelle europee. Nonostante a Westminster esista una maggioranza trasversale di deputati intenzionata ad impedire a ogni costo un no deal, resta la possibilità che vi si scivoli «accidentalmente»perché non c’è accordo sulle alternative.

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Per questo torna in auge la possibilità di un nuovo referendum. Il Corriere della Sera oggi spiega che sembrava fino a dicembre una ipotesi remota, ma ora è una possibilità, tanto che gli allibratori, per esempio, la danno al 43 per cento. Fra i sostenitori di una seconda chiamata alle urne vi sono sia esponenti conservatori che laburisti, ma sembra difficile che questa opzione possa radunare una maggioranza di consensi fra i deputati. Per molti sarebbe un tradimento della democrazia, visto che il popolo si è già espresso. Per di più una nuova consultazione potrebbe anche non risolvere nulla, e accentuare la frattura nel Paese. Decisive le mosse del partito laburista. La base del partito è filoeuropeista e vuole un secondo voto, ma il leader Jeremy Corbyn resta contrario e non intende revocare la Brexit. Piuttosto mira ad entrare a Downing Street sfiduciando Theresa May. Potrebbe provarci già oggi.

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Gli scenari della Brexit (La Repubblica, 12 dicembre 2018)

Esiste però una soluzione intermedia, con la Gran Bretagna fuori dall’Unione europea ma dentro il mercato unico e l’unione doganale. Una Brexit ultra soft, ma nonostante i consensi trasversali per questa opzione (qualcuno anche nel governo), è difficile che un Paese grande come il Regno Unito possa acconsentire a diventare uno Stato satellite dell’Europa. C’è poi il nodo della libertà di circolazione, che resterebbe, deludendo chi ha votato per l’uscita dalla Ue proprio per «chiudere» le frontiere.

Leggi sull’argomento: Come far cadere un governo a duemila anni di distanza

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