La foto che inchioda Boris Johnson: un brindisi a un party abusivo durante il lockdown

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-05-23

Una foto pubblicata dalla testata “Itv” mostra il premier britannico Boris Johnson a un brindisi durante un party a Downing Street del 20 novembre 2020, in pieno lockdown

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Nessuna mascherina sul volto, un bicchiere di vino bianco in mano, distanziamento fisico inesistente: la fotografia pubblicata oggi da Itv del party del 20 novembre 2020 al Numero 10 di Downing Street è la prova che Boris Johnson ha consapevolmente infranto le regole anti-contagio istituite dal suo stesso governo durante la seconda ondata della pandemia. Immagini che sottraggono ogni alibi al premier britannico, impossibilitato adesso a nascondersi dietro frasi di circostanza usate in passato come “non sapevo di infrangere le regole” o “è stato un ricevimento a mia insaputa”.

La foto che inchioda Boris Johnson: un brindisi a un party abusivo durante il lockdown

L’evento al quale il leader conservatore ha partecipato era l’addio del vecchio capo delle comunicazioni di Downing Street, Lee Cain. All’epoca dei fatti, le regole prevedevano che in ambienti chiusi si potessero incontrare soltanto due persone di due nuclei familiari diversi. Come fa notare Itv, su una sedia accanto a Johnson c’è la sua valigetta rossa, mentre sul tavolo ci sono bottiglie di alcolici e i classici snack da festa, che lasciano intuire come non si sia affatto trattato di un’improvvisata.

L’incontro con Sue Gray e le smentite di Downing Street

Lo scorso 12 aprile Johnson è stato multato per una situazione analoga, una festa a sorpresa organizzata da sua moglie Carrie Symonds il 19 giugno del 2020. Secondo la polizia avrebbe partecipato ad almeno altri 2 eventi sui 12 sotto indagine. Inoltre, a breve verrà presentato sulla vicenda il rapporto interno della funzionaria governativa Sue Gray, la cui pubblicazione è stata rinviata sino ad adesso proprio per non interferire con Scotland Yard. Rumors hanno raccontato di un incontro segreto tra Johnson e Gray che potrebbe minare alla base l’attendibilità del report, potenzialmente distruttivo per la carriera del premier britannico. Downing Street ha respinto le accuse spiegando che la “richiesta tecnica” di un confronto è arrivata dall’ufficio di Gray e il meeting ha riguardato “i tempi e il processo di pubblicazione” del documento.

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