Boldrin, Manfredi, Codagnone: il DEF omeopatico del governo Lega-M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-04

Perché i numeri del DEF sono scritti nell’acqua. E si rischia di non centrare l’obiettivo della crescita già nel 2019

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In questo video il professor Michele Boldrin, Thomas Manfredi dell’OCSE e il gestore di fondi Gianluca Codagnone fanno i conti del DEF, ovvero spiegano come il governo ha intenzione di far quadrare il deficit 2019 al 2,4% (e quello del 2020 al 2,1% e quello del 2021 all’1,9%) con gli altri numeri della legge di bilancio, ovvero segnatamente il Prodotto Interno Lordo. Il 2,4% del 2019 viene fuori da un deficit tendenziale che andrebbe al 2,2% più il rallentamento della Fornero, il reddito di cittadinanza e la maggior spesa per interessi. Quindi il governo ci sta implicitamente dicendo che dovrà trovare 14 miliardi di spese da tagliare o tasse da aumentare. Senza però affermarlo. Secondo Manfredi l’abbattimento di detrazioni e deduzioni annunciato dal governo potrebbe portare un conto più alto rispetto a quello di partenza, mentre Codagnone fa notare che anche a livello europeo la crescita sta rallentando: il governo Gentiloni aveva 1,5% come previsione per il PIL 2019; Tria ha annunciato che questa manovra spingerà la crescita.

Come? I consumi addizionali dal reddito di cittadinanza, posto che ci saranno spese per 9-10 miliardi, dovrebbe portare benefici per 6 miliardi, dalla flat tax per le partite IVA potrebbero arrivare altri 2 miliardi: l’effetto sui consumi aggregati potrebbe essere zero. Il governo prevede un’accelerazione del PIL nominale al 3,2%, che dovrebbe mantenersi anche nel 2020 e nel 2021. Ma, spiega Manfredi, ci sono poche possibilità che questa crescita venga centrata. Le stime del governo suppongono che a livello nominale si cresca come i maggiori partner europei. Ma le misure non sembrano proprio adatte a creare questo boom.

Leggi sull’argomento: Il video della fuga di Tria dalle domande dei giornalisti

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