Giulia Sarti e il falso tumore di Bogdan Andrea Tibusche

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-02

Nella telenovela Sarti il Fatto Quotidiano sceglie la linea innocentista: è stata fregata da Bogdan. Ma c’è qualcosa che non torna…

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Sul Fatto Quotidiano da qualche giorno va in scena la difesa di Giulia Sarti, onorevole M5S che ha accusato l’ex fidanzato Bogdan Andrea Tibusche di essersi indebitamente appropriato dei 23mila (o secondo il M5S 19900) euro che dovevano invece essere versati al fondo del microcredito. La tesi del quotidiano, arricchita da notizie provenienti dalla parte dell’onorevole, è che Bogdan ha architettato tutto e lei è stata fregata, quindi non è colpevole né degli ammanchi né di aver mentito al MoVimento. Tutta questa tesi cozza con un fatto: Sarti non si è opposta alla richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero, dove tutto ciò che oggi indica come meritevole di approfondimento d’indagine avrebbe potuto essere approfondito. Un paio di giorni fa si è parlato dell’altra donna, ovvero di una ragazza di Salerno a cui era intestata la carta Postepay su cui arrivavano le donazioni della sua tv e i soldi di Sarti. Oggi si parla del tumore simulato da Tibusche:

Tutto ruota intorno alla malattia dell’ex compagno della parlamentare, Bogdan Tibusche, che gestiva il conto di Sarti e che – con la sua consapevolezza –non aveva versato tempestivamente i contributi previsti dalle regole del M5S. […] Quale malattia? Un presunto tumore al cervello che, chiedendo l’archiviazione di Tibusche per il reato di truffa, il pm definisce un “artifizio” ininfluente ai fini della presunta truffa.

Il motivo: “risulta successivo ai bonifici in favore dell’indagato e…non risulterebbe neppure necessario all’appropriazione, poiché Bogdan aveva la materiale disponibilità di tale denaro e non sussisteva la necessità di ricorrere ad altri artifizi o raggiri per appropriarsene”. In sostanza: Bogdan non aveva necessità d’inventarsi la malattia per utilizzare conto corrente e denaro di Sarti. Del quale peraltro aveva già disposto. Ma allora: che senso ha dirle che è in fin di vita?

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La storia continua con l’elenco e il testo dei messaggi in cui Bogdan simula la malattia e Sarti gli chiede spiegazioni sul suo stato di salute. Poi si arriva al punto:

Sulla chat del secondo telefono di Sarti, poco dopo, però Bogdan scrive: “Quello che ti ho scritto era per darti l’alibi della denuncia, non lo hai capito?…”. E qui la questione si complica. Se Sarti è al corrente che si tratta di menzogne, di un “alibi” per denunciarlo, per Bogdan che senso ha spiegarglielo con un messaggio? Se i due sono d’accordo, Sarti dovrebbe già essere edotta. Chi sta mentendo?

Ecco perché non sembra possibile archiviare Bogdan senza approfondire la questione. Sarti – che per di più è una parlamentare –ha forse presentato in procure prove false costruite ad arte? Se così fosse, però, perché includere il messaggio in cui Bogdan “confessa” l’artifizio? E se i due erano d’accordo nel presentare questa versione, perché Bogdan distrugge tutto con quel messaggio? Se il tutto fosse vero, Sarti dinanzi al M5S, sarebbe salva. Se fosse una messinscena, idem: Bogdan s’è curato all’estero, con protocolli sperimentali, nessuno può smentirlo. A parte la sua miracolosa guarigione.

La ricostruzione però non fa notare una cosa: la “confessione” della malattia da parte di Bogdan è arrivata dopo lo scoppio di Rimborsopoli: questo significa che, secondo la stessa ricostruzione innocentista, la Sarti lasciava prelevare soldi destinati al fondo a qualcun altro senza un valido motivo come la malattia. Questo com’è, etico? Nel mondo normale non sarebbe certo una gran colpa. Nel mondo di quelli che gridano “onestà” e mostrano le manette agli altri, invece…

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