Beppe Grillo vuole riscendere in politica e riprendersi il M5S?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-16

A chi domenica, dopo il tweet che ha incenerito Alessandro Di Battista, gli ha mandato messaggi ed emoticon con mille cuoricini Beppe Grillo ha risposto così: «Presto starò a Roma, voglio starvi vicino»

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Beppe Grillo ha in animo di “ritornare” in politica e di riprendersi il MoVimento 5 Stelle, anche se dice che sono gli altri (Di Battista? Di Maio?) a “costringerlo” a tornare sui suoi passi. Il Messaggero racconta in un retroscena le peripezie grilline dopo l’uscita di Dibba e la risposta di Beppe:

A chi domenica, dopo il tweet che ha incenerito Alessandro Di Battista, gli ha mandato messaggi ed emoticon con mille cuoricini Beppe Grillo ha risposto così: «Presto starò a Roma, voglio starvi vicino». E se nel 2017, con l’elezione a capo politico di Luigi Di Maio il fondatore annunciò un «passo di lato», adesso è pronto a farne un altro, ma «in avanti». Di fatto, registra chi parla spesso con lui in queste ore convulse, «Beppe è tornato». La linea del Garante, confessata agli amici con una battuta delle sue, è questa: «Sono pronto a ritornare e a indicare la via!».

Ergo: un accordo organico nell’alveo del centrosinistra con la destra sovranista. Grillo, a 71 anni, sa che non potrà essere presente su tutti i temi come prima. Ma allo stesso tempo è consapevole che «se non scende adesso in campo, il governo potrebbe cadere nel caos, in una fase storica in cui gli italiani chiedono altro». Ecco perché la prima preoccupazione dell’«Elevato», intenzionato a calarsi per un po’ tra i comuni mortali, è la tenuta dell’esecutivo Conte. E la consapevolezza che altrimenti il caos sarebbe più di uno scenario giornalistico.

giuseppe conte leader movimento 5 stelle
La galassia grillina (Corriere della Sera, 15 giugno 2020)

Dalla scissione parlamentare di chi sostiene Di Battista su una linea identitaria, ai giochi di Palazzo di qualche enfant prodige. E proprio Luigi Di Maio, abile a fiutare l’aria che tira, a cercare in queste ore una posizione mediana che tenga dentro tutti: da Dibba a Beppe. «Io ci sarò», dice infatti il ministro degli Esteri. Pronto subito ad allinearsi con il Garante e contro Dibba sul congresso del Movimento: «Non è una priorità per l’Italia». Intanto nelle segrete stanze del Movimento, tra gli uffici notarli di Milano e Roma, il grosso dei ragionamenti gira sullo Statuto. Che al momento prevede un capo politico (Vito Crimi), ma che in futuro dovrebbe essere cambiato – previa voto sulla rete, cioè su Rousseau – per arrivare alla famosa «gestione collegiale». «Un direttorio 2.0», lo chiama Roberta Lombardi, volto storico dei pentastellati e membro del comitato di garanzia.

In questo scenario Grillo potrebbe fare due cose: candidarsi pro-tempore «ma per plebiscito sapendo che nessuno lo sfiderebbe», raccontano i suoi amici; oppure accompagnare, ma questa volta in prima fila, tutte le anime tumultuose che, in maniera diversa, si riconoscono in questo esecutivo.

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