Opinioni
Quando Beppe Grillo insultava Stefano Rodotà
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-06-23
“Gli abbiamo voluto bene e siamo vicino alla sua famiglia, alla quale facciamo le condoglianze”: questo è il messaggio di Luigi Di Maio, questa sera ad Asti, per la morte di Stefano Rodotà. Lo stesso toccante messaggio di cordoglio è stato inviato su Twitter da Roberto Fico: «Grazie al professore Rodotà per le tante battaglie […]
“Gli abbiamo voluto bene e siamo vicino alla sua famiglia, alla quale facciamo le condoglianze”: questo è il messaggio di Luigi Di Maio, questa sera ad Asti, per la morte di Stefano Rodotà. Lo stesso toccante messaggio di cordoglio è stato inviato su Twitter da Roberto Fico: «Grazie al professore Rodotà per le tante battaglie in nome della Costituzione e in difesa dei diritti delle persone e dei nostri beni comuni».
In effetti Rodotà era stato anche il candidato del MoVimento 5 Stelle per il Quirinale nelle prime quirinarie in assoluto sul blog di Grillo. Ma con il tempo il rapporto con il professore deceduto oggi si era deteriorato. Anzi. È successo tutto improvvisamente il 30 maggio 2013; in un post non firmato sul blog, ma in cui si usavano espressioni del tipo “con MIO sincero stupore”, si scriveva questo:
Dopo le elezioni comunali parziali che storicamente, come qualsiasi asino sa, sono sempre state diverse come esito e peso rispetto a quelle politiche, c’è un fiorire di maestrini dalla penna rossa. Sono usciti dalle cantine e dai freezer dopo vent’anni di batoste e di vergogne infinite del loro partito, che si chiami pdmenoelle o Sel, non c’è differenza. In prima fila persino, con mio sincero stupore, un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra.
A incrinare il rapporto tra i due, raccontava Repubblica, l’intervista al Corriere in cui il giurista aveva dichiarato che il leader del MoVimento aveva compiuto degli errori, pensando che la Rete potesse bastare per vincere: “Nell’ultima campagna elettorale Grillo è partito dalla Rete, poi ha riempito le piazze reali con lo Tsunami tour, ma ha ricevuto anche un’attenzione continua dalla televisione. La Rete non funziona nello stesso modo in una realtà locale o su scala nazionale. Puoi lanciare un attacco frontale, ma funziona solo se parli al Paese”, aveva detto Rodotà, secondo cui alle ultime elezioni “hanno perso i due grandi comunicatori: Grillo e Berlusconi”. Poi aveva aggiunto: “Le indicazioni di Grillo e Casaleggio non bastano più. Un movimento nato dalla Rete, che ha svegliato una cultura politica pigra, una volta entrato in Parlamento deve cambiare tutto”.
Stefano Rodotà: il ricordo di Concetto Vecchio su Repubblica