Fact checking
Beppe Grillo dona le Tavole della Legge ai grillini
Giovanni Drogo 24/12/2014
Il padrone del Movimento 5 stelle ha concesso ai suoi sudditi un regolamento che fa finalmente del Movimento una monarchia illuminata. E loro sono tutti felici e contenti
In principio era Peppe, e il verbo era presso Peppe, e il verbo era Peppe. Poi Grillo creò la Rete e vide che era una cosa buona e popolò la Rete con i link del suo Blog. Ieri Beppe Grillo ha emanato il regolamento dell’associazione Movimento 5 Stelle. Il regolamento non è il non-statuto ma va ad integrare quanto già stabilito dal si-statuto, ovvero quel documento presentato da Grillo in occasione delle ultime elezioni politiche per consentire al Movimento di prenderne parte. Nello statuto dell’Associazione Movimento 5 Stelle erano state definite le cose davvero importanti, quelle volutamente lasciate fuori dal famoso non-statuto nel quale il Movimento viene definito come una “non-associazione”. Diverso invece è il caso del “sì-statuto” dove Beppe Grillo viene indicato come il presidente di quella che è improvvisamente diventata un’associazione, suo nipote Enrico Grillo è socio fondatore e il vice-presidente mentre il commercialista Enrico Maria Nadasi è il segretario.
VOCE DI UN MEGAFONO CHE GRIDA NEL DESERTO
Come detto la presentazione di uno statuto formale per il Movimento era un’operazione necessaria per poter garantire la partecipazione dei 5 stelle alle elezioni politiche, perché la legge elettorale stabilisce che al momento della presentazione dei simboli e delle liste una compagine politica debba essere necessariamente dotata di uno statuto che ne organizzi la struttura interna indicando chi ne è a capo. Ed è per questo stesso motivo che Grillo all’epoca dovette dichiarare di essere lui il capo politico del Movimento (benché non l’eventuale Presidente del Consiglio che i 5 stelle avrebbero proposto in caso di vittoria elettorale). La mossa del padrone del Movimento non è un ulteriore passo avanti in nome della trasparenza e della democrazia della Rete, come potrebbero pensare i più affezionati discepoli del Guru dei Guru, ma solo una mossa per mettere “in regola” il Movimento 5 Stelle con le nuove regole che saranno promulgate quando verrà approvato l’Italicum. Come si legge nel post affisso sulle pareti del Sacro Blog:
Il M5S è obbligato a depositare un Regolamento che ne attesti alcune modalità operative in particolare con riferimento alla cosiddetta democrazia interna (molte già esistenti) entro il 28 dicembre 2014. Non ottemperarvi potrebbe portare a contestazioni sulla possibile partecipazione a elezioni politiche.
VI DONO LE TAVOLE DELLA LEGGE
Cosa c’è scritto nel Regolamento del Movimento 5 Stelle? Prima di parlare del contenuto del Regolamento è bene fare una breve digressione sulla sua apparizione in Rete. La leggenda narra che un giorno il Signore e Padrone del Blog abbia guardato in basso i suoi figli e abbia visto che essi erano litigiosi e dilaniati da divisioni interne. Il Signore e Padrone del Blog che è un essere superiore e dotato di grandissima comprensione e intelletto superiore ha presto capito che cacciare dall’Eden i suoi figli non era la soluzione ideale per prevenire che il Popolo della Rete si disperdesse nel deserto. Così, il 23 dicembre 2014 Beppe Grilli ha scolpito nel firmamento dei bit e dei byte, degli 0 e degli 1 della sua rivoluzione binaria il Sacro Regolamento del Movimento 5 Stelle. Ed in effetti questo Regolamento è apparso in cielo proprio come la stella cometa che ha guidato i Re Magi. Non c’è stata infatti alcuna discussione, nessun dibattito interno, non sono circolate bozze o proposte di regolamento. Esso è apparso nella sua forma compiuta. Calato dall’alto dei Blog si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Un’operazione che la dice lunga sulla “cosiddetta democrazia interna”.
Non è nemmeno chiaro chi abbia scritto questo Regolamento dal momento che né il post che ne annunciava la pubblicazione né il documento stesso sono firmati. Secondo la logica del Blog si dovrebbe ritenere che l’autore sia Grillo stesso, ovvero il Capo Politico del Movimento che, come un Sovrano Illuminato concede ai sudditi una carta costituzionale. Un giocattolo nuovo con il quale potersi baloccare durante le festività ma che non comporta una concreta ripartizione dei poteri all’interno dell’Associazione. In ogni caso Grillo ha tutto il diritto di fare così: è il padrone del Blog, del simbolo del Movimento, è il presidente dell’Associazione Movimento 5 Stelle,è l’autonominato Capo Politico del Movimento, il semplice portavoce, il semplice megafono, il padre dei cittadini, il guru della Rete…
NON AVRAI ALTRO BLOG ALL’INFUORI DI ME
Il Regolamento del Movimento vuole mettere ordine principalmente su una questione: quella delle espulsioni degli iscritti. Anche se i primi due punti del documento riguardano le modalità di iscrizione al Movimento e quelle di partecipazione alle “assemblee” e alle votazioni in Rete l’aspetto interessante è il modo perverso in cui da ora in poi verranno gestite le decapitazioni, gli impalamenti e le defenestrazioni. Ma andiamo con ordine e vediamo chi ha il potere di indire un’assemblea e per quali motivi:
L’assemblea mediante votazione in rete è indetta dal capo politico del MoVimento 5 Stelle:
a) nell’imminenza delle elezioni nazionali, europee, regionali e locali per la scelta dei candidati e dell’eventuale programma elettorale;
b) per le pronunzie sulle espulsioni, ove il comitato d’appello esprima parere contrario all’espulsione;
c) in ogni altro caso in cui il capo politico del MoVimento 5 Stelle lo ritenga opportuno o ne venga fatta richiesta da almeno un quinto degli iscritti.
Ancora una volta il documento pubblicato ieri ci conferma una cosa: che tutto il potere è nelle mani del Capo Politico. E se siete stati abbastanza attenti (più di un grillino quindi) vi ricorderete chi è il capo politico del Movimento. L’assemblea viene indetta “via mail” un aspetto questo che la rende importante quanto la convocazione per le pizze di classe: “ah, non ti è arrivata la mail? Mi spiace, magari alla prossima ti mando un mess su whatsapp ok?”. Il punto tre ci presenta anche un’altra interessante novità, quella riguardante la certificazione dei risultati delle votazioni sul portale del Movimento. Per evitare polemiche:
La verifica dell’abilitazione al voto dei votanti ed il conteggio dei voti vengono effettuate in via automatica dal sistema informatico. La regolarità di funzionamento del sistema sarà verificata e certificata da un organismo tecnico indipendente, nominato con cadenza triennale dal consiglio direttivo dell’associazione.
Chi fa parte del consiglio direttivo dell’associazione? Il regolamento non lo dice, ma è da supporre che ne facciano parte i tre soci fondatori (Grillo, suo nipote e il dott. Nadasi) indicati nello statuto ufficiale dell’associazione.
NESSUNO SI ASPETTA L’INQUISIZIONE SPAGNOLA
È però con la definizione delle procedure per l’espulsione degli iscritti che il Regolamento mostra come il Sovrano del Movimento sia davvero “oltre la democrazia”. Chi decide di avviare il provvedimento di espulsione? Il Capo Politico del Movimento:
il capo politico del MoVimento 5 Stelle, su segnalazione comunque ricevuta:
i) dispone la sospensione dell’iscritto, dandone comunicazione al gestore del sito, il quale provvede alla disabilitazione dell’utenza di accesso;
ii) contesta all’interessato la violazione con comunicazione a mezzo e-mail, assegnandogli un termine di dieci giorni per la presentazione di eventuali controdeduzioni.
Ancora una volta ci si affida alle comunicazioni via mail, come già avvenuto in passato con le diffide inviate dagli avvocati di Grillo agli attivisti del Movimento. Il ruolo che Beppe si è ritagliato è sia quello di Pubblico Ministero che quello di Giudice. Naturalmente il Regolamento è molto garantista e consente all’eretico di poter ricorrere contro il provvedimento di espulsione:
Decorso tale termine, il capo politico del MoVimento 5 Stelle, se non sono pervenute controdeduzioni ovvero ritiene non accoglibili le controdeduzioni presentate, dispone l’espulsione dell’iscritto, dandone comunicazione all’interessato con comunicazione a mezzo e-mail.
Entro i dieci giorni successivi, l’interessato può proporre ricorso contro l’espulsione, a mezzo e-mail da inviare al link www.beppegrillo.it/movimento/regolamento/9.html. Il ricorso viene esaminato dal comitato d’appello entro il mese successivo.
C’è quindi un comitato dei garanti che, volendo, ha la possibilità di difendere l’iscritto colpito da scomunica e ad andare contro lo stesso volere del Sovrano. Ma chi sono i componenti del comitato d’appello? Ce lo dice il Regolamento poco sotto:
Il comitato d’appello è composto di tre membri, due nominati dall’assemblea mediante votazione in rete tra una rosa di cinque nominativi proposti dal consiglio direttivo dell’associazione MoVimento 5 Stelle ed uno dal consiglio direttivo dell’associazione medesima.
I componenti del comitato d’appello sono nominati tra iscritti.
Il comitato d’appello dura in carica cinque anni.
A far parte del comitato d’appello non sono quindi i cinque fedelissimi nominati da Grillo qualche settimana fa ma altri tre due dei quali scelti tra cinque decisi dal consiglio direttivo dell’associazione, quindi da Grillo stesso. E uno scelto direttamente dal consiglio direttivo dell’associazione, quindi da Grillo stesso. In sostanza l’organo di garanzia che secondo il Regolamento dovrebbe garantire gli iscritti colpiti da provvedimento di espulsione da parte di Grillo sono nominati da Grillo. Quante saranno le possibilità che un comitato d’appello siffatto vada contro le decisioni di Grillo? Giudicate voi, questi sono i cinque candidati eleggibili dall’assemblea: Davide Bono, David Borrelli, Giancarlo Cancelleri, Roberta Lombardi e Riccardo Nuti. Ovvero cinque più realisti del Re. Ma supponiamo per un attimo che, per errore, il comitato d’appello accolga il ricorso presentato da un iscritto colpito da scomunica, cosa succederebbe? Sarebbe salvo? Giammai, in un impeto di ferocia degna di Vlad l’Impalatore misto alla violenza di Gengis Khan il Regolamento garantista stabilisce che:
Se il comitato d’appello ritiene sussistente la violazione contestata, conferma l’espulsione in via definitiva. Se il comitato d’appello ritiene insussistente la violazione contestata, esprime il proprio parere motivato al capo politico del MoVimento 5 Stelle, che se rimane in disaccordo rimette la decisione sull’espulsione all’assemblea mediante votazione in rete di tutti gli iscritti, la quale si pronuncia in via definitiva sull’espulsione.
Quindi il povero iscritto dovrà subire l’ordalia del giudizio dell’Assemblea. È evidente che l’unica cosa che un Regolamento congegnato in questo modo garantisce è il fatto che la decisione di Grillo prima o poi venga ratificata.