Benedetta Pilato e il tabù delle mestruazioni per le donne dello sport (e non solo)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-25

Benedetta Pilato affronta i pregiudizi che spesso accompagnano le donne che devono macinare prestazioni durante il ciclo. Nello sport, ma non solo

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“Benedetta” Pilato, di nome e di fatto: la giovanissima atleta tarantina, dopo alcune sue illustri colleghe come Federica Pellegrini, affronta un tema spesso oggetto di una censura occulta: le mestruazioni. Per le donne nello sport e non solo.

Benedetta Pilato e il tabù delle mestruazioni per le donne dello sport (e non solo)

Come riporta Repubblica la nuotatrice di 17 anni prima di tutto fa notare l’ovvio, sebbene ancora tutt’oggi il fatto che le donne possano essere penalizzate fisicamente dalle mestruazioni non è un argomento accettato da tutti. Altrimenti non avrebbe fatto scalpore la legge spagnola che concede giorni di malattia alle donne con un ciclo invalidante. Benedetta Pilato dunque racconta: “Io ne parlo normalmente. Quando ho fatto il 100 rana ero in pre-ciclo anche se non dovevo esserlo. Non mi sentivo per niente bene, infatti il tempo non è stato dei migliori”. E spiega che ha chiesto, senza alcun problema di portare degli assorbenti al suo allenatore, Vito D’Onghia: “Sono una molto aperta, per me non è un tabù, ne parlo con tutti. Io ci ho ragionato molte volte sul ciclo, gli uomini devono essere in forma e dipende tutto da loro, noi donne abbiamo delle condizioni fisiche che non possiamo controllare e nella maggior parte dei casi il ciclo un po’ ci destabilizza. Ci sarebbero gli anticoncezionali, però anche quelli ti condizionano parecchio, bisogna trovare il giusto equilibrio che però per una come me non c’è, per altri funziona”.

Una delle atlete che ha adottato la soluzione menzionata da Benedetta Pilato è Vanessa Ferrari che ha spiegato di prendere la pillola per regolarizzare il ciclo, la cui frequenza viene alterata dallo sport che pratica, aggiungendo: “Non so fino a che punto possa influenzare negativamente una gara, sicuramente è un pensiero in più”. Federica Pellegrini invece nel 2016 aveva confessato: “Abbiamo capito che la causa è stata la vicinanza al ciclo. L’ho calcolato malissimo, e mi sono trovata a gareggiare nel momento per me peggiore fisicamente. In quei momenti mi sentivo come su un’altalena, con cali e stanchezze repentine. In finale ero un’altra persona rispetto al giorno prima”. E a quella finale, i 200 stile alle Olimpiadi di Rio, è arrivata quarta.

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