Beatrice Lorenzin, una ministra da cacciare

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-09-22

La dirigente Daniela Roderigo è il capro espiatorio che il ministero della Salute usa per ricoprire la merda pestata con l’immagine razzista. Ma le “spiegazioni” dimostrano che il pesce puzza dalla testa. E sarebbe ora di prenderne atto e levare le tende

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Lei si chiama Daniela Rodorigo ed è il capro espiatorio dell’incapacità della ministra della Salute Beatrice Lorenzin. La Rodorigo è la dirigente che ieri la diplomata prestata alla politica ha revocato in diretta Facebook accusandola di essere la colpevole della diffusione dell’immagine razzista che ha portato ancora una volta discredito all’Italia dopo la figura di malta dell’agosto scorso aggravata dall’incredibile atteggiamento del premier Matteo Renzi che ha fatto finta di non saper nulla della campagna. La dirigente ha spiegato ieri a Repubblica che «tratterà la questione (della sua revoca con procedimento disciplinare, ndr) nelle sedi opportune»: è una dirigente da 230mila euro di stipendio all’anno, non esattamente una che passa di lì per caso.

Beatrice Lorenzin, ministra incapace

Ma ciò che fa più orrore del comportamento della ministra Lorenzin è il modo in cui, con un comunicato su Facebook in cui dice, tra l’altro, che si sta occupando della “prevenzione della fertilità” (???), ha scaricato ogni responsabilità dell’accaduto sulla Rodorigo. La prima reazione del ministero è stata quella di inviare un comunicato per respingere le accuse. «Il razzismo è negli occhi di chi guarda, noi pensiamo alla prevenzione. Le foto rappresentano un’omogeneità di persone, così come multietnica è la società che viviamo». In serata le cose però sono cambiate, ed è nato il giallo della foto. Spiega Repubblica:

Dopo aver difeso l’opuscolo, il ministero ha scaricato chi l’ha realizzato (e avrebbe anche richiesto di fare il primo comunicato di risposta). Alle 19.31 è uscita una nota nella quale Lorenzin dichiara di «aver già attivato il procedimento disciplinare e quello per la revoca dell’incarico dirigenziale nei confronti del responsabile della direzione generale della comunicazione istituzionale, che ha curato la redazione e la diffusione del materiale informativo». Si tratta di Daniela Rodorigo, che si era appunto occupata delle cartoline di fine agosto e per la nuova campagna di comunicazione esterna, risoltasi in una sola scheda con lo slogan “parliamo di salute”, era stata affiancata dal Gabinetto del ministro. L’opuscolo sugli stili di vita era invece già stato preparato il mese scorso e il ministro lo aveva ricontrollato lunedì. La foto presentata a Lorenzin era però un po’ diversa da quella pubblicata. Per l’appunto il volto del ragazzo nero in quell’immagine è indistinguibile, cancellato con un effetto. «Il ministero — prosegue la nota — ha dato mandato ai propri uffici di accertare perché l’immagine visionata e vidimata dal Gabinetto non corrisponda esattamente a quella apparsa sul sito. Il ministro ha dato disposizioni affinché l’immagine venga sostituita e l’opuscolo informativo ritirato». Il

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Perché, vedete, il dramma dell’incapacità della ministra è tutto nella sceneggiata della fotografia. Il problema, e la Lorenzin pare assai lontana dall’arrivare a capirlo, non è nel fatto che ci fosse un uomo di colore nello scatto. Il problema è l’assoluto ridicolo dell’intera campagna, questa sì approvata dalla ministra, che sembra presa pari pari dalla propaganda fascista anteguerra.
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Lorenzin di campagna, Lorenzin di città

Nelle scuse e nelle sciocchezze che vediamo oggi pubblicate sui giornali invece, ovviamente teleguidate dal ministero alla riceca di un capro espiatorio, si raccontano sciocchezze su sciocchezze:

È stata avviata un’indagine interna perché, viene spiegato «l’immagine vidimata dal Gabinetto non corrisponde a quella pubblicata sul portale e mostrata a Lorenzin. Il colore della pelle non si vedeva, apparivano ombre indistinte». Sulle prime si è pensato perfino a un sabotaggio. Dicono al ministero: «Noi parliamo di fertilità, prevenzione e cure, il razzismo è negli occhi di chi guarda. Le accuse sono ridicole. La giornata nasce per aumentare soprattutto nei giovani la conoscenza».

Ci rendiamo conto che anche senza la persona di colore quell’immagine sarebbe stata ben più che ridicola? No, non ce ne rendiamo conto evidentemente. Ma allora perché, vista l’incapacità di fatto della ministra Lorenzin, non si riesce a trovare qualcuno competente, magari addirittura laureato in medicina, per occupare dignitosamente quella poltrona?

Leggi sull’argomento: Fertility Day: la campagna della Lorenzin che ti farà passare la voglia di avere figli

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