Opinioni

Beatrice Lorenzin e la foto «plixettata» del Fertility Day

neXtQuotidiano 23/09/2016

Beatrice Lorenzin ha avuto il barbaro coraggio di presentarsi in tv a Otto e Mezzo e ripetere la scusa dell”immagine diversa da quella da lei visionata e autorizzata per spiegare l’orrore razzista che sta facendo ridere il mondo. La parte divertente dell’intervento della Lorenzin è che parla di un’immagine diversa e la definisce plixettata:  “Io […]

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Beatrice Lorenzin ha avuto il barbaro coraggio di presentarsi in tv a Otto e Mezzo e ripetere la scusa dell”immagine diversa da quella da lei visionata e autorizzata per spiegare l’orrore razzista che sta facendo ridere il mondo. La parte divertente dell’intervento della Lorenzin è che parla di un’immagine diversa e la definisce plixettata:  “Io avevo visto un’altra foto. Era plixettata, non si vedevano i lineamenti o il ragazzo di colore”. Sono stati fatti “una serie di errori molto grossolani ed io avevo dato il via libera ad un’altra immagine”.

 
Ammesso e non concesso che le cose stiano così (e perché poi se il Ministro ha approvato una cosa dare alle stampe una versione differente?) a ben guardare il messaggio razzista c’era lo stesso: da una parte i bianchi e puri “fertili” dall’altra i violenti perdigiorno, i drogati, con il ragazzo di colore “convenientemente” sfumato. Alla fine l’effetto sarebbe stato lo stesso: ariani contro “altri”. Ma non sarebbe stato a quel punto meglio tagliare l’immagine del tutto invece che sfocare il volto del ragazzo sulla sinistra? Eppure in un primo momento la Lorenzin aveva dato un’altra spiegazione, difendendo la scelta (forse non aveva ancora guardato la copertina?) e dicendo che «Il razzismo è negli occhi di chi guarda, noi pensiamo alla prevenzione. Le foto rappresentano un’omogeneità di persone, così come multietnica è la società che viviamo». Insomma prima l’immagine scelta non era affatto razzista, anzi lo erano coloro che avevano scorto un messaggio razzista, poi si scopre che l’immagine pubblicata non è quella scelta: che gran confusione ci deve essere al Ministero, ricorda quasi la storia della prefazione (poi ritirata tra le polemiche) della Ministro ad un libro sull’omeopatia. Anche in quel caso forse avevano fatto leggere alla Ministro un libro diverso? Eppure il titolo del libro era abbastanza esplicito: “Elogio dell’omeopatia”.
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Leggi sull’argomento: Il complotto – inesistente – contro la Lorenzin

 

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