BCE: lo spread in Italia è calato con il cambio di governo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-26

Gli spread dei titoli di Stato dell’eurozona “sono rimasti ampiamente stabili” durante l’estate, con l’eccezione dell’Italia “dove i differenziali di rendimento a dieci anni sono scesi di 1,1 punti percentuali, in seguito alle attese e alla successiva formazione di un nuovo governo”, spiega Mario Draghi

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L’Italia, fra il 6 giugno e l’11 settembre 2019, è stato l’unico Paese dell’euro a registrare un forte calo dello spread, coinciso con il cambio di governo. Lo rileva la Bce, secondo cui “i differenziali sulle obbligazioni sovrane (rispetto al tasso OIS privo di rischio, ndr) sono rimasti ampiamente stabili durante il periodo in esame, con l’eccezione del mercato italiano, dove i differenziali di rendimento a dieci anni sono scesi di 1,1 punti percentuali, in seguito alle attese e alla successiva formazione di un nuovo governo”. Gli spread dei titoli di Stato dell’eurozona “sono rimasti ampiamente stabili” durante l’estate, con l’eccezione dell’Italia “dove i differenziali di rendimento a dieci anni sono scesi di 1,1 punti percentuali, in seguito alle attese e alla successiva formazione di un nuovo governo”, scrive la Bce, la quale prende in esame il periodo che va dal 6 giugno all’11 settembre.

In questo periodo, i “rendimenti a lungo termine sono diminuiti in misura significativa sia nell’area dell’euro sia negli Stati Uniti” ma gli spread, che sono differenziali di rischio, “sono rimasti sostanzialmente invariati nella maggior parte dei paesi dell’area dell’euro”. Detto questo, la Bce assicura che intende “fornire un considerevole stimolo monetario per assicurare il perdurare di condizioni finanziarie molto favorevoli che sostengano l’espansione dell’area dell’euro, l’accumularsi di pressioni interne sui prezzi attualmente in corso e quindi la stabile convergenza dell’inflazione sul valore perseguito nel medio termine”. Queste decisioni sono state assunte per rispondere a un livello di inflazione che continua a essere inferiore a quello perseguito dal Consiglio direttivo. Quest’ultimo, spiega il bollettino, “ha ribadito la necessita’ di un orientamento di politica monetaria fortemente accomodante per un prolungato periodo di tempo”. In prospettiva, quindi, è pronto “ad adeguare tutti i suoi strumenti, nella maniera che riterrà opportuna, per assicurare che l’inflazione si diriga stabilmente verso il livello previsto, in linea con l’impegno ad adottare un approccio simmetrico nel perseguimento del proprio obiettivo”.

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Lo spread in calo (La Repubblica, 5 settembre 2019)

La Bce fa notare anche che “i rischi al ribasso per l’attività economica a livello mondiale ultimamente si sono intensificati” e che un ulteriore “inasprimento delle tensioni commerciali potrebbe rappresentare un rischio per la crescita e per il commercio mondiali”. Inoltre, “lo scenario di una Brexit senza accordo potrebbe avere ulteriori ripercussioni negative, soprattutto in Europa”. Per quanto riguarda invece l’interscambio mondiale, quest’ultimo si è notevolmente indebolito nella prima meta’ dell’anno e pesano soprattutto le dispute commerciali fra Stati Uniti e Cina. Allo stesso tempo, anche altre questioni commerciali restano insolute.

La Bce poi consiglia ai paesi con un debito elevato di perseguire politiche prudenti. “Alla luce dell’indebolimento delle prospettive economiche e di rischi al ribasso ancora pronunciati – osserva – i governi interessati da un rallentamento economico che dispongono di margini per interventi di bilancio dovrebbero agire in maniera efficace e tempestiva. Contemporaneamente, i governi dei paesi con un debito pubblico elevato devono perseguire politiche prudenti e adoperarsi per il conseguimento degli obiettivi in termini di saldo strutturale”.

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