Il progetto per la fusione di 17 banche popolari

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-21

Sondrio, Valsabbina, Piacenza, Cividale, Sanfelice 1893, Valconca, Lazio, Fondi, Lajatico, Casi rate, Fusinate, Cortona, Bari, Puglia e Basilicata, Ragusa, Pugliese, Credito Popolare: l’obiettivo di creare uno o più poli bancari

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C’è un progetto per la fusione di diciassette banche popolari sponsorizzato da Bankitalia per arrivare a un’integrazione di quegli istituti di credito che oggi sono in difficoltà oppure troppo piccoli per stare sul mercato. Il progetto, di cui parlano oggi Il Messaggero e il Gazzettino, si chiama “Banche Popolari, potenziali opzioni strategiche”, è stato sviluppato da via Nazionale con l’assistenza tecnica di KPMG riguarda: Sondrio, Valsabbina, Piacenza, Cividale, Sanfelice 1893, Valconca, Lazio, Fondi, Lajatico, Casi rate, Fusinate, Cortona, Bari, Puglia e Basilicata, Ragusa, Pugliese, Credito Popolare.

L’obiettivo è «la creazione di uno o più poli bancari» da costituire attraverso due soluzioni: creazione di una o più holding cooperative, fusione delle singole banche nella/e holding e successivo scorporo delle banche reti in forma di spa, detenute al 100%; oppure creazione di una Spa di nuova costituzione da identificare tra le popolari e conferimento dei rami d’azienda bancari degli istituti alla nuova Spa. Tale Spa sarà a sua volta controllata da banche cooperative che faranno riferimento ai precedenti soci (425 mila totali).

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Le plusvalenze sulle banche popolari (Repubblica, 13 febbraio 2015)

Il progetto prevede la costituzione di un polo bancario «a valle di un intervento legislativo ad hoc con la sottoscrizione di un contratto di coesione per stabilire l’influenza dominante e i poteri di direzione e coordinamento della capogruppo sulle banche aderenti». La capogruppo costituita in Spa è posseduta dalle banche associate. C’è anche l’idea di uno schema di garanzia grazie a una dotazione finanziaria e la previsione di un accordo di responsabilità contrattuale (IPS) funzionale a garantire che gli enti partecipanti abbiano liquidità e solvibilità sufficienti ad evitare il fallimento». Di questo maxi-piano sulla carta, allo stato sta prendendo forma un polo a 6, formato da alcune popolari del centro Italia e qualcuna del Sud.

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