Banche, il costo totale dei salvataggi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-10

Il costo totale dei salvataggi bancari ammonta a 36 miliardi di euro. i questi, 28 miliardi circa vanno considerati definitivamente persi ma il conto potrebbe peggiorare ulteriormente (almeno a 33,5 miliardi) qualora gli Npl veneti comprati da Amco, ex Sga, non dessero i ritorni sperati

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Il costo totale dei salvataggi bancari ammonta a 36 miliardi di euro. i questi, 28 miliardi circa vanno considerati definitivamente persi ma il conto potrebbe peggiorare ulteriormente (almeno a 33,5 miliardi) qualora gli Npl veneti comprati da Amco, ex Sga, non dessero i ritorni sperati. Il quadro dettagliato dei costi di ristrutturazione sostenuti fino ad oggi dal settore bancario, uno dei più colpiti dalle crisi economiche dell’ultimo decennio, arriva da Equita Sim ed è illustrato dal Sole 24 Ore di oggi. L’analisi, curata da Giovanni Razzoli, mette in luce come sia il pubblico sia il privato abbiano contribuito in maniera decisiva.

Guardando nel dettaglio, emerge come i costi più alti siano quelli sostenuti per riparare i danni compiuto nelle due ex popolari venete. Per gli istituti di Vicenza e Montebelluna, che sono state liquidate e assorbite da Intesa Sanpaolo, sono stati sborsati circa 20 miliardi. Una somma, quest’ultima, che ricomprende 4,2 miliardi di euro bruciati da Atlante 1 – veicolo più volte ricapitalizzato dalle banche italiane, prima di essere definitivamente chiuso – e circa 16,6 miliardi in arrivo dallo Stato: di questi, 11 sono finiti in parte a Intesa per ricapitalizzare gli asset acquisiti, coprire i costi di integrazione e ristrutturazione o sterilizzare cause legali. Il conteggio sulla parte restante (5,4 miliardi) andrà fatto una volta che sarò chiaro il tasso di recupero sui 18,8 miliardi di Npl veneti comprati da Amco, ovvero la bad bank del Tesoro.

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I conti di Equita SIM sul costo totale dei salvataggi (Il Sole 24 Ore, 10 gennaio 2020)

A tutto questo si aggiungono le spese per la messa in risoluzione di Banca Marche, Etruria, CariFerrara e CariChieti (costata circa 4,7 miliardi, in gran parte a carico delle banche sane) e per i salvataggi di Cassa di Risparmio di Cesena, di Rimini, San Miniato, pari a 784 milioni, realizzati dallo Schema volontario del Fondo interbancario, veicolo che ancor prima era intervenuto per Tercas (271 milioni). Sulla testa del Fitd, come noto, sono poi caduti gli interventi per la ricapitalizzazione di Carige e Banca Popolare di Bari, per complessivi 1,41 miliardi:sono gli ultimi due aiuti, in ordine di tempo, a un sistema che sta cercando affannosamente di uscire dalla crisi.

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