Banche fallite, i soldi per i risparmiatori non bastano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-19

Dall’Anac e dal Fondo interbancario di garanzia sono stati liquidati 208 milioni ai risparmiatori delle Venete e dei quattro istituti «risolti»

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Gianfranco Ursino sul Sole 24 Ore oggi spiega che i conti del governo sui soldi alle “vittime” dei fallimenti bancari non sono accurati: mancano soldi per soddisfare tutti. Entro il 30 novembre l’Acf dovrà pronunciarsi su tutti i ricorsi presentati dai risparmiatori che avevano investito in azioni delle due ex banche venete e delle quattro banche risolte a fine 2015. Un termine previsto nel Milleproroghe 2018 per riconoscere un indennizzo ai risparmiatori che avranno ottenuto un pronunciamento a loro favorevole. E dopo le ultime 13 decisioni prese dall’Acf la settimana scorsa, resta ormai qualche decina di istanze da evadere. Secondo quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, sono circa 750 le decisioni dell’Acf favorevoli ai risparmiatori vittime dei sei crack bancari. La gran parte delle domande accolte riguardano azionisti di Veneto Banca e Popolare Vicenza, circa 50 di Banca Marche e il resto le altre tre banche risolte. Ognuno dei 750 ricorrenti incasserà subito il 30% dell’importo riconosciuto dall’Acf, entro il limite di 100mila euro, per un monte-ristoro intorno ai 24 milioni di euro: in media circa 30mila euro.

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Banche fallite, i ricorsi all’ANAC (Il Sole 24 Ore, 19 novembre 2018)

Il governo ha previsto uno stanziamento di 1,5 miliardi per i rimborsi di altri 300mila azionisti delle sei banche. Ma i soldi, spiega il quotidiano, non bastano anche se venissero stanziati altri 2,5 miliardi dai conti dormienti: considerando, infatti, i 30mila euro riconosciuti in media ai primi 750 rimborsati e moltiplicando questa cifra per i 300mila potenziali aventi diritto, sarebbero 9 i miliardi di euro necessari. Naturalmente non tutti arriveranno a fare ricorso e a ottenere un esito favorevole. E non tutti avranno diritto di incassare l’intero 30% che sarà loro riconosciuto, in quanto dovrà essere decurtato dell’eventuale cifra incassata accettando la transazione proposta a inizio 2017 da Bpvi e Veneto Banca. Ma da 1,5 o 2,5 miliardi che saranno previsti in Manovra, ai 9 miliardi che potrebbero servire la distanza è enorme.

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