Banca Popolare di Bari, ecco i creditori senza meriti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-08

Tra i più noti, Parnasi e Maiora Group, la società degli Angelucci (Roma Global Services, azionista del San Raffaele di Roma)

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Cominciano a uscire i nomi dei gruppi che hanno ottenuto dalla Banca Popolare di Bari prestiti senza meriti di credito: secondo le indagini, sarebbero queste sofferenze a mandare in tilt i parametri finanziari dell’istituto. Il Sole 24 Ore fa sapere oggi che tra le società messe sotto la lente dagli inquirenti, oltre che dagli ispettori delle autorità di Vigilanza, ci sono, tra i più noti, Parnasi e Maiora Group.

Nell’elenco ci sono anche società in liquidazione, come la Design 2000 (con 1,2 milioni di prestiti e la metà in sofferenza) e la Isoldi spa (con 30,5 milioni di crediti di cui oltre 17 milioni in sofferenza). Quest’ultima compariva anche nel dissesto di Etruria. Tra quelle molto esposte compare l’immobiliare Mossa del Palio, che su un credito di 7,3 milioni risultava potenzialmente in sofferenza per 2,6 milioni. Il problema delle sofferenze viene evidenziato dall’ispezione Bankitalia terminata a novembre 2016. Il documento è al vaglio della procura di Bari. L’esortazione degli ispettori era già allora di «fissare chiari indirizzi nella gestione dei crediti non performing».

Già 3 anni fa l’esame di un campione di posizioni creditizie aveva fatto emergere «sofferenze per 1,9 miliardi, inadempienze probabili per 1,2 miliardi e previsioni di perdita per 1,6 miliardi». Il motivo viene spiegato: «non sono stati sviluppati strumenti e metodologie per indirizzare l’erogazione del credito secondo criteri di redditività corretta del rischio…Le strategie sono state approvate dal cda senza fornire un confronto tra la situazione attuale e macroaggregati corporate, piccoli operatori economici e edilizia, né stima degli impatti in termini di redditività e assorbimenti patrimoniali».

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La Banca Popolare di Bari (Il Messaggero, 30 dicembre 2019)

assimiliano Matteo e Fim. Nell’elenco compare anche il gruppo Fusillo, in dissesto finanziario e per il quale era già stato aperto un fascicolo. O anche il gruppo Nitti, caso particolare perché ha chiesto quasi 13 milioni in prestito, di cui oltre 5 milioni sarebbero ritenuti irrecuperabili. Si aggiunge, tra i rilievi, anche il beneficio elargito a Progetto Sviluppo Immobiliare e Artigian Arredo, «non basato su una verifica della coerenza tra flussi e fabbisogno di cassa»; e la tendenza a sottostimare «la rischiosità della clientela», come nel caso di Apulia, Tesco, Comi Cristina e Piccinetti Pietro. Per alcune posizioni sarebbe stato usato nell’attualizzazione del debito il tasso originario, spesso inferiore, «generando una sottostima della rettifica»: è il caso della Nuova Concordia in liquidazione, Impresa costruzioni meccaniche edili e Cooperativa artigiana di garanzia di credito Brindisi.

EDIT: L’ufficio stampa del San Raffaele fa sapere che è stato citato erroneamente nell’articolo del Sole 24 Ore.

In relazione all’articolo “Banca Popolare di Bari, ecco i creditori senza meriti” pubblicato oggi su Next Quotidiano”, la Roma Global Services SrL smentisce integralmente quanto riferito dagli autori in ordine a posizioni di sofferenza della società verso la Banca Popolare di Bari nei cui confronti non ha alcun debito avendo già, da diversi anni, integralmente rimborsato ogni anticipazione ricevuta, ivi compresi gli interessi dovuti.

Nessun coinvolgimento, pertanto, può essere attribuito alla società in relazione alla vicenda riportata dal quotidiano.

Si precisa, inoltre, che la Roma Global Services non detiene alcuna partecipazione nel capitale della San Raffaele di Roma come erroneamente riportato nell’articolo.

Quanto sopra con richiesta di tempestiva rettifica ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948.

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