Banca Popolare di Bari e la condiscendenza di Bankitalia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-01

I rilievi del Gip picconano la tradizionale linea di difesa sempre usata da Bankitalia nei crac bancari, da Pop Etruria alle popolari venete: “I banchieri felloni ci hanno ingannati”

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“Bankitalia su Tercas non fu ostacolata, ma condiscendente”: il giudizio è del Giudice per le Indagini Preliminari di Bari Francesco Pellecchia e si trova nelle carte dell’ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari Gianluca e Marco Jacobini, amministratori di fatto della Banca Popolare di Bari, e a una misura di interdizione anche nei confronti di Vincenzo De’ Bustis. L’operazione fu autorizzata dalla Bankitalia guidata da Ignazio Visco, che nell’estate 2014 rimosse il divieto di effettuare nuove acquisizioni imposto alla Popolare di Bari nel 2011 dall’allora governatore Mario Draghi, dopo che nell’ispezione 2010 erano emerse diverse criticità, a cominciare dalle carenze di governance espresse dallo strapotere dell’allora ad, Marco Jacobini. Ma, scrive oggi Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Carlo Di Foggia e Antonio Massari, c’è dell’altro:

I RILIEVI del Gip picconano la tradizionale linea di difesa sempre usata da Bankitalia nei crac bancari, da Pop Etruria alle popolari venete: “I banchieri felloni ci hanno ingannati”. Via Nazionale, per dire, ha sostenuto in una nota di aver autorizzato, su Tercas, una iniziativa spontanea della Popolare di Bari. Eppure Marco Jacobini presiede il 17 ottobre 2013 un cda convocato per fornire tutte le informazioni “sull ’invito ricevuto dalla Banca d’Italia a esaminare la sussistenza di condizioni (…) di un eventuale intervento nel salvataggio di Tercas”.

“Alcuni giorni fa infatti –prosegue – la Vigilanza ha preso contatto con il vertice della Banca, per illustrare i termini della possibile operazione (…) con la sollecitazione a intervenire nell’operazione Tercas, la Banca d’Italia elevava la Popolare di Bari a un livello di superiore dignità, riconoscendole un ruolo di prestigio”. Basta vedere le date per capire che la versione di Bankitalia non sta in piedi.

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Il conto delle crisi (Il Sole 24 Ore, 21 dicembre 2019)

Già il 5 novembre 2013 –7 mesi prima che venisse revocato il divieto di fare nuove acquisizioni – Pop Bari subentra alla Banca d’Italia nel prestito di emergenza (Ela) fornito a Tercas, che non poteva più essere rinnovato, evitando così di farla implodere e risolvendo una bel problema a Via Nazionale. Che sei giorni dopo autorizza il fondo interbancario a partecipare all’operazione di salvataggio contribuendo con 280 milioni all’iniziativa di Pop Bari. Insomma, tutto era già stato deciso. Anche perché la popolare è l’unica sposa possibile, visto che il Credito valtellinese si era tirato indietro dopo che l’analisi dei conti aveva sconsigliato l’operazione.

Leggi anche: Banca Popolare di Bari, gli arresti domiciliari per Marco e Gianluca Jacobini

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