Banca Popolare di Bari e i conti svuotati da Jacobini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-24

Il tutto è accaduto il 12 dicembre, alla vigilia del commissariamento della Banca Popolare di Bari. Sulle segnalazioni stanno lavorando Banca d’Italia, Guardia di finanza e Procura

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L’ex presidente di Banca Popolare di Bari Marco Jacobini e il figlio, l’ex condirettore generale Gianluca Jacobini, hanno spostato soldi dai loro conti correnti mentre l’istituto di credito era in difficoltà. Le operazioni sono state segnalate dallo stesso istituto — oggi guidato dai commissari Enrico Ajello e Antonio Blandini — come avviene di solito quando si rilevano transazioni che possono destare sospetti di riciclaggio e autoriciclaggio.

Banca Popolare di Bari e i conti svuotati da Jacobini

Sulle segnalazioni stanno lavorando Banca d’Italia, Guardia di finanza e Procura. Al decimo piano del Tribunale penale di Bari, in particolare, il procuratore aggiunto Roberto Rossi e i pm Federico Perrone Capano e Lanfranco Marazia stanno acquisendo nuovi elementi da affiancare alle segnalazioni. Spiega oggi il Corriere della Sera:

Emerge che Marco Jacobini, nei giorni 12 e 13 dicembre, ha spostato — con sei bonifici — circa 5,5 milioni di euro; il figlio Gianluca, invece, il 12 dicembre(giorno in cui il cda aveva deciso di avviare nei suoi confronti l’azione di responsabilità, di cui sono destinatari anche l’ex ad Giorgio Papa e l’ex responsabile crediti Nicola Loperfido) ha trasferito mediante assegni circolari una somma complessiva pari a 180 mila euro dal suo conto della Popolare di Bari a uno co-intestato a sé e alla moglie presso Banca Sella.

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Il conto delle crisi (Il Sole 24 Ore, 21 dicembre 2019)

il tutto è accaduto il 12 dicembre, alla vigilia del commissariamento della Banca Popolare di Bari. Spiega Il Messaggero:

Nel pacchetto delle operazioni sospette, oltre a quelle di Jacobini, messe a punto mentre si continuava a rassicurare i clienti, ci sono anche gli altri generosi finanziamenti concessi ad aziende già sull’orlo del crac. E poi c’è l’indagine per corruzione a carico di Jacobini padre, proprio in merito alle modalità con cui è avvenuto il via libera di Bankitalia per comprare Tercas. In questo clima il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha difeso l’operato della vigilanza. E in una intervista al Corriere della Sera ha spiegato le ragioni per cui via Nazionale ha disposto il commissariamento della banca nove anni dopo, una decina di giorni fa.

«Il commissariamento – ha dichiarato – è stato possibile solo dopo aver rilevato gravi perdite o carenze nei sistemi di governo societario. Chi dice che Bankitalia avrebbe spinto Tercas nelle mani della Popolare di Bari per rientrare di un massiccio finanziamento d’emergenza concesso all’istituto abruzzese non conosce le regole».

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