Cosa c’è dietro la nuova emergenza monnezza a Roma

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-10-05

Il presidente di AMA accusa la cooperativa 29 giugno di aver creato il caos che possiamo ammirare in questi giorni nella Città Eterna. Ma è davvero così? Una piccola storia che finora nessuno ha raccontato

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«È una situazione generata da un imprevisto, una situazione che è pesata parecchio: l’interruzione del contratto con la Cooperativa 29 giugno a cui erano affidati oltre 170 servizi di utenze non domestiche. Da sabato tutto dovrebbe tornare alla normalità. L’Ama nelle ultime 72 ore ha lavorato giorno e notte intensificando al massimo il lavoro». Le parole di Lorenzo Bagnacani in conferenza stampa ieri riportate dall’agenzia di stampa ANSA confermano che a Roma si è sviluppata un’emergenza nell’emergenza a causa del contenzioso tra AMA e la cooperativa che faceva capo a Salvatore Buzzi e poi commissariata fino a marzo 2018.

AMA, Bagnacani e la 29 giugno

Certo, magari bisognerebbe puntualizzare qualcosina: le utenze che gestiva la 29 giugno non erano 170 ma circa 23mila ed erano tutte utenze non domestiche nei municipi I, II, III e XV, per un totale che ammontava a circa il 2% dei rifiuti su Roma: le immagini che in questi giorni si vedono sui social network mostrano invece i cassonetti riempiti in tutta la città: se quello che ha detto Bagnacani è vero, questo significa che basta un intoppo sul 2% per mandare all’aria l’intera raccolta in tutta la città. In più, la 29 giugno aveva assicurato lo svolgimento dei servizi essenziali il primo ottobre è stata bloccata da AMA che ha minacciato di impedire il conferimento nei loro impianti (come da contratto) dei rifiuti comunque raccolti a far data dalle ore 24 del primo ottobre. Nonostante tutto ciò l’AMA ha tentato in più occasioni di addossare la colpa dell’emergenza rifiuti al contenzioso con la 29 giugno.

coop 29 giugno ama

Un piccolo passo indietro. La 29 giugno si è aggiudicata l’appalto nel 2014. Il contratto è scaduto 30 ottobre 2017 e il servizio avrebbe dovuto terminare a fine ottobre visto che la nuova gara è stata aggiudicata a quattro aziende (ma non alla coop). Nel frattempo però le due aziende sono finite in tribunale per “i continui disservizi della cooperativa”, secondo la versione di AMA, che ha contestato l’applicazione di «penali per circa 3 milioni di euro». Da parte sua la 29 giugno ribatte ricordando che vanta un credito con AMA pari a 3,8 milioni di euro per servizi resi e mai pagati. E proprio a causa dei mancati pagamenti i dipendenti della cooperativa sono senza stipendio da due mesi.

Cosa dice il tribunale?

Ma c’è di più: il contenzioso non si è ancora chiuso, ma un accertamento tecnico preventivo del consulente tecnico del tribunale di Roma limitato al periodo ricompreso fra il novembre 2015 ed il mese di dicembre 2016, ha riconosciuto che, solo in questo arco temporale, la Cooperativa 29 Giugno ha assicurato ad AMA prestazioni per oltre 5,3 milioni di euro. Attenzione: la consulenza tecnica del tribunale (fu attivata nel corso del 2017) non tiene in considerazione che l’appalto è proseguito alle medesime condizioni per tutto il 2017 e per il 2018 fino al 30 settembre. Quindi nel conto mancano tutte le riserve del 2017 e del 2018 (la cooperativa solo per queste riserve reclama ben più di 20 milioni di euro).

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La consulenza tecnica d’ufficio del tribunale di Roma sul contenzioso AMA-29 giugno

Il tutto avviene mentre all’AMA prosegue lo stallo per lo scontro tra il vertice dell’azienda e il Campidoglio sul bilancio 2017: l’assessore Lemmetti contesta un credito di 18 milioni di euro vantato da Ama nei confronti di Roma Capitale. Questo stallo sta paralizzando l’azienda e vanificando l’accordo sullo sblocco del turnover. Cgil, Cisl e Fiadel per il 22 ottobre hanno programmato uno sciopero che sarebbe dolorosissimo: lunedì il prefetto tenterà una mediazione. Anche se su questo, per motivi perfettamente comprensibili, ieri Bagnacani ha invece preferito gettare acqua sul fuoco: “Sul bilancio di Ama siamo in un ritardo inconsueto ma sono stati fatti tanti approfondimenti, è un bilancio complicato che ha partite storiche. È stata fatta un’operazione di chiarezza, siamo nella fase finale e a breve il bilancio verrà approvato. Non c’è una mia delegittimazione, non ci sono contrasti con nessuno e non c’e’ alcuna ragione per pensare che ci siano contrasti”, ha aggiunto.

I contrasti e i bilanci

Insomma, l’ennesima emergenza immondizia a Roma nasconde ben più di quello che le dichiarazioni raccontano. E quanto accaduto promette di riflettersi anche sulla partita del bilancio.  Quello del 2016 è stato chiuso in utile per 626mila euro ed è importante ricordare che Bagnacani percepisce un compenso fisso di 120mila euro che viene triplicato all’avverarsi di alcune condizioni, tra cui anche quella del bilancio in positivo. Nelle note del bilancio 2016 non si fa riferimento al contenzioso con la 29 giugno (si parla invece di quellO con il Co.La.Ri), anche se la CTU riguarda proprio quel periodo (ma è stata conclusa nel marzo 2018).

ama roma bagnacani stipendio

Adesso quindi si apre un’altra partita interessante sul bilancio 2017, oltre a quella dei crediti che AMA vanta nei confronti del Comune di Roma. AMA deve quindi inserire un fondo rischi sulle riserve richieste dalla 29 giugno. E a questo punto cosa succederà all’eventuale utile?

Foto copertina da Roma fa schifo

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