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ATAC, l'autista della scritta no-vax dice di non essere lui l'autore (ma…)

neXtQuotidiano 30/08/2017

La linea difensiva dell’autista sospeso è questa: «La foto è stata fatta al mio ritorno dopo essere stato al bagno poiché l’azienda non mette a disposizione bagni agli autisti nei capolinea». C’è un problema, però…

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Ieri l’ATAC ha sospeso l’autista che ha pubblicato la foto di una scritta no-vax su un autobus della municipalizzata dei trasporti romani. Il provvedimento è propedeutico all’apertura di una contestazione disciplinare. Il Messaggero, in un articolo a firma di Simone Canettieri, racconta la versione di A. C. sulla vicenda: l’autista sostiene di non aver scritto lui la frase.

L’autista finito nei guai, A. C., già in passato aveva avuto un problema disciplinare. Risultò positivo agli esami tossicologici per via di alcune sostanze contenute negli integratori. Il procedimento alla fine si è concluso a suo favore davanti ai giudici, grazie anche ai pronunciamenti dei medici.
La linea difensiva dell’autista sospeso è questa: «La foto è stata fatta al mio ritorno dopo essere stato al bagno poiché l’azienda non mette a disposizione bagni agli autisti nei capolinea e al ritorno ho trovato quella scritta che ho fotografato e postato in un gruppo che si occupa di informazione libera». In poche parole l’autista dice di condividere il messaggio ma di non esserne l’artefice. Dunque sarebbe opera di un collega.

Inutile dire che l’affermazione cozza con quanto scritto dallo stesso autista sul gruppo Facebook Popolo Unico:”Scusate il termine colorito ma stamattina me so svegliato così è mentre lavoro e aspetto di partire ho voluto dipingere il mio bus così“:
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Anche domenica l’autista ha sostenuto che la foto fosse stata scattata “su un autobus di passaggio”.
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Atac ha aperto un procedimento nei suoi confronti e lo ha sospeso a tempo indeterminato dal servizio fino a quando l’istruttoria interna sarà conclusa. Il post è stato segnalato su Twitter (senza censure, e quindi con il nome del tizio visibile e in chiaro) a @InfoATAC. C’è da ricordare poi chi sono quelli del “Popolo Unico” che hanno pubblicato lo stamp sul bus. Dove sapere infatti che secondo loro c’è il Popolo italiano e poi c’è il Popolo Unico. Ma solo chi appartiene alla seconda categoria può considerarsi davvero libero. Perché chi fa parte del Popolo Unico può davvero definirsi “persona umana”, anzi più precisamente “Legale Rappresentante delle Proprie Funzioni Giuridiche” (LR). Tutti gli altri invece sono schiavi del sistema criminale all’interno del quale vivono dalla nascita. Una sorta di Matrix dove i cittadini sono di proprietà di Stati e banche.  I cittadini, spiegano quelli del Popolo Unico in un vecchio sito, sono sostanzialmente “macchine da mungere sfruttate dallo stato”. Questo perché ogni essere umano è fin dalla sua nascita di proprietà dello Stato. Tutto ciò avviene grazie a quella che gli appartenenti al Popolo Unico definiscono una finzione giuridica volta a creare “l’uomo di paglia”. Questa machiavellica operazione si svolge alla luce del sole sotto gli occhi dei cittadini ignari e assume le sembianze del pezzo di carta che tutti conoscono come “atto di nascita“.

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