Le famiglie in piazza contro la delibera sugli asili nido di Virginia Raggi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-04-10

La delibera della Giunta Raggi sulla libertà di scelta degli asili nido e il riordino del servizio integrato fa infuriare famiglie e lavoratori. Migliaia di posti di lavoro a rischio e disagi per le famiglie romane infuriate dalla decisione dell’assessora Baldassarre di privilegiare il servizio pubblico

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Sono aperte da oggi fino all’8 maggio le iscrizioni agli asili nido della Capitale per l’anno educativo 2017/2018. Per tentare di risolvere il problema dei posti vacanti e delle rinunce negli asili a gestione diretta da parte del Comune di Roma la giunta capitolina ha approvato una delibera che all’atto dell’iscrizione agli asili nido i genitori avranno la possibilità di indicare sei strutture dove iscrivere il proprio figlio, i primi 3 nidi scelti dovranno essere obbligatoriamente a gestione diretta, in concessione o in progetto di finanza, mentre i i restanti 3 nidi potranno essere scelti anche nell’ambito dei nidi convenzionati con Roma ma avranno
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Il figlio è mio e sull’asilo decido io

La delibera prevede delle deroghe, ad esempio se la struttura convenzionata si trova ad una distanza uguale o inferiore ai 300 metri dalla residenza di una famiglia e se uno dei figli frequenti già una struttura non a diretta gestione del Campidoglio. I criteri relativi alla preferenza da accordare ai nidi pubblici non si applicano invece ai bimbi disabili e ai loro fratellini e sorelline. Secondo l’assessora alla Scuola di Roma Capitale Laura Baldassarre le nuove modalità di iscrizione rappresentano il frutto di scelte coraggiose da parte dell’Amministrazione comunale all’insegna del contenimento dei costi e degli sprechi. Per molte degli asili nido gestiti direttamente dal Comune il problema è rappresentato dal fatto che le iscrizioni sono in numero inferiore rispetto a quello ottimale. A causa di una molteplicità di fattori lamentati dalle famiglie – tra cui l’aumento del costo delle rette, la carenza di servizi, i problemi strutturali di alcuni edifici e anche le “troppe assemblee sindacali” del personale – i genitori romani infatti privilegiano la possibilità di iscrivere i propri figli nelle strutture convenzionate o in concessione alle quali il Comune versa un contributo per il servizio offerto alla collettività.

A questa decisione del Comune va aggiunta anche la decisione di sfrattare i nidi in convenzione che si trovano all’interno di edifici di proprietà comunale. L’amministrazione guidata da Virginia Raggi, attraverso le direzioni socio-educative dei Municipi, ha recapitato, a chi gestisce le strutture, lettere di revoca della convenzione. Le strutture – dove in questi anni gli enti hanno anche svolto lavori di miglioria – dovranno quindi essere sgomberate. I nidi interessati dal provvedimento sarebbero una quindicina in tutta Roma con centinaia di iscritti e di lavoratori che dall’anno prossimo perderanno la continuità educativa il posto di lavoro. La questione nel suo complesso non riguarda solo i bimbi e le loro famiglie ma anche i lavoratori e le lavoratrici che operano all’interno dei nidi in concessione e nelle strutture convenzionate. Ad un eventuale calo delle iscrizioni nelle strutture private farebbe seguito – temono gli addetti del comparto – un’ondata di licenziamenti che metterebbe in seria difficoltà migliaia di famiglie romane. Per questi due motivi sabato 8 aprile davanti al Campidoglio migliaia di famiglie hanno manifestato per dire “no” allo smantellamento della rete degli asili nido convenzionati. Un sistema che i manifestanti definiscono fondamentale per la città perché è stato in grado di compensare le carenze di posti negli asili pubblici riducendo i costi per il Comune e garantendo una qualità maggiore. Il problema però è rappresentato dal fatto che attualmente le strutture del Comune riescono a sopperire ad un numero di domande d’iscrizione maggiore che in passato e per questo motivo gli asili convenzionati sarebbero meno necessari.
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Le associazioni del Family Day alla manifestazione per la libertà di scelta

In piazza sabato mattina, con i lavoratori, le lavoratrici e i genitori c’era anche Generazione famiglia, tra le associazioni promotrici del Family Day (si sono viste anche le bandiere della Manif pour tous ovvero le Sentinelle in Piedi), che è scesa in piazza per difendere la libertà di scelta e i posti di lavoro dei 216 asili nido privati di Roma. Il portavoce di Generazione Famiglia (che ha aperto una raccolta firme su Citizen Go), Filippo Savarese ha spiegato che la delibera della Giunta Raggicostringe le famiglie a mandare i propri figli ai nidi comunali anziché a quelli convenzionati, verso cui fino ad oggi le famiglie hanno sempre mostrato la loro netta preferenza” parlando di “tragiche conseguenze” sulla gestione della vita quotidiana delle famiglie “visto che la rete di nidi comunali e’ molto piu’ ristretta e debole di quella in convenzione, per cui interi quartieri si troveranno sforniti e migliaia di famiglie dovranno provare a portare ogni mattina i figli presso nidi comunali a chilometri di distanza, o addirittura a rinunciare del tutto al servizio” e bolla come “ideologia statalista” le ragioni che hanno motivato le scelte dell’assessora alla Scuola.

Ma contro la decisione della giunta Raggi di privilegiare il servizio pubblico a discapito del privato non ci sono solo famiglie e associazioni (come Onda Gialla) ma anche le opposizioni in Consiglio Comunale: il gruppo del Partito Democratico invita la sindaca a tornare sui suoi passi e a ritirare la delibera:

Molte richieste sono state accolte gia’ nel lavoro di riscrittura della delibera dopo la prima bozza, come la liberta’ di scegliere per chi ha figli disabili, ma non sono sufficienti a scongiurare il rischio che il sistema oggi in equilibrio, tra asili nido pubblici e privati convenzionati, salti tutto insieme. Un sistema costruito in anni di fatiche e conquiste, che ha garantito fino a oggi l’alta qualità del servizio erogato alle famiglie e soprattutto ai bambini romani. Chiederemo di annullare la delibera nelle more di uno studio piu’ approfondito sui territori, che permetta di capire come rafforzare il pubblico e il convenzionato insieme, a vantaggio dei cittadini. Per questo abbiamo chiesto, insieme alle altre opposizioni oggi in piazza, la convocazione di un consiglio straordinario. Un intervento che riteniamo necessario per le famiglie e per i duemila lavoratori che altrimenti rischiano di perdere il loro posto.

Per Alessandro Onorato (Lista Marchini) «il M5S sta complicando la vita delle famiglie» mentre FDI-AN sostiene che «Il sistema integrato dei nidi va sostenuto». Nel frattempo alcune delle cooperative che gestiscono gli asili in convenzione hanno annunciato battaglia contro quella che definiscono “dittatura” e presenteranno un ricorso al Tar contro la delibera.
 

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